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Tra pratiche caritative e radicalizzazione dottrinale. Bartolomeo Stella... 15
buona educazione e di cultura letteraria, ottenne in patria la laurea
in utroque iure e forse a Roma quella in teologia. Intorno ai primi anni
del secolo entrò in contatto con le monache agostiniane del chiostro di
Santa Croce e si legò, come molti devoti della sua città, a suor Laura
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Mignani, affidandosi al suo spirito di consiglio . Nel 1513 le scriveva
una lettera in cui affermava di essere «indigente del sussidio vostro» e
profondamente soggetto alla «grandissima carità vostra del cordialis-
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simo amor materno» . La continua invocazione della grazia e il desi-
derio della rinuncia di sé per fare il «voler di Giesù Cristo», a causa del
quale egli affermava che «io stesso non son mio, ma totalmente privo
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di quanto era in mio dominio» , caratterizzavano la profonda tensione
interiore del giovane e la sua scelta di consacrarsi completamente alla
volontà di Dio, in virtù dell’opera di mediazione della monaca. La storia
della Mignani, venerata come una «santa viva» da una ristretta cerchia
di seguaci, attenti alle sue profezie e ai suoi vaticini, testimonia un
fenomeno religioso di grande rilievo che si inseriva nel processo di
mutamento e di affermazione della corte rinascimentale, a danno delle
devozioni ai santi tradizionali . Dal canto suo, insieme con le atten-
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zioni spirituali dei suoi adepti la suora catalizzava anche quelle sociali
ed economiche. Con la Mignani corrispondevano non solo gli esponenti
di un ramo minore della famiglia Gambara, ma anche i membri delle
corti di Torino, Ferrara, Mantova e Urbino, che garantivano un cospi-
cuo sostegno economico al monastero. Tuttavia, oltre ai favori dei
nobili, Santa Croce aveva bisogno di brevi e indulgenze. Per questo
motivo la suora inviò Bartolomeo Stella a Roma, come procuratore del
monastero.
Il suo primo soggiorno romano non fu comunque felice. Nel 1517 –
aveva da poco perso la mamma – egli implorava la Mignani, non
«havendo altro tanto bene in tutto questo mondo, né amore, quanto ho
in voi», di «essermi madre in tutto» e «non solamente siate del spirito
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ma ancora di questo fragilissimo et brutto corpazzo» . Nei desideri del
giovane, la maternità spirituale rappresentava la richiesta di un rap-
porto incondizionato e totalizzante: «Se mai sarà alcuno bon frutto in
15 Su Laura Mignani si rimanda a G. Zarri, Santità femminile a Brescia, in E. Ferraglio
(a cura di), Aspirazioni e devozioni. Brescia nel Cinquecento tra preghiera e eresia (Cata-
logo della mostra, Brescia, Museo Diocesano, 7 ottobre - 26 novembre 2006), Electa,
Milano, 2006, pp. 72-85 e al profilo di A. Cistellini, Figure della Riforma pretridentina
cit., pp. 56-88.
16 Ivi, p. 231.
17 Ibidem.
18 Cfr. su tutti G. Zarri, Le sante vive. Profezia di corte e devozione femminile tra Quat-
trocento e Cinquecento, Rosenberg & Sellier, Torino, 1990.
19 A. Cistellini, Figure della Riforma pretridentina cit., p. 232.
n.45 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)