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Tra pratiche caritative e radicalizzazione dottrinale. Bartolomeo Stella... 19
Gian Pietro Carafa e Antonio Pucci, nipote del cardinale penitenziere
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Lorenzo , l’influenza del fondatore su alcuni dei suoi membri era
comunque forte. Vernazza aveva istituito l’oratorio romano infonden-
dogli le stesse caratteristiche dell’omologa confraternita genovese. Mal-
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grado alcune differenze importanti che emergono dagli statuti ,
entrambe le organizzazioni si ispiravano al magistero della nobildonna
Caterina Fieschi, fondato sia sugli aspetti contemplativi e penitenziali
dell’esperienza religiosa, sia su una pragmatica azione caritativa orien-
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tata all’assistenza di poveri e ammalati .
La biografia della Fieschi, venerata da un gruppo di fedelissimi, tra
i quali lo stesso Vernazza, che raccolsero la sua esperienza nell’Opus
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Catharinianum , è di fondamentale importanza per comprendere il
clima che regnava nella confraternita e tra i sodali più devoti. Il tema
dell’annichilimento della volontà individuale, di rinuncia nei confronti
di tutte le espressioni del mondo per una liberazione definitiva dal pec-
cato in previsione della completa unione con Dio era infatti centrale
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nel racconto della sua vita . Il suo insegnamento rifletteva inoltre l’at-
testazione dell’inutilità della mediazione ecclesiastica, non così rara
nelle esperienze spirituali negli anni a cavallo tra la fine del XV secolo
e la prima metà del XVI secolo, allo stesso modo di uno spiccato cri-
stocentrismo, dei richiami a san Paolo e di una severa ascesi peniten-
ziale. Non a caso – era ricordato nell’Opus Catharinianum – dopo essere
stata «tirata per affetto purgato fuor delle miserie del mondo» per opera
39 Le cause e gli esiti della disputa tra Carafa e i Pucci sono analizzate in A. Vanni,
Gaetano Thiene cit., pp. 74-76.
40 Sugli statuti delle confraternite del Divino Amore di Genova e Roma si vedano
rispettivamente P. Tacchi Venturi, Storia della compagnia di Gesù in Italia, La Civiltà Cat-
tolica, Roma, 1950, vol. I, to. 2, pp. 6-10 e 25-42 e A. Cistellini, Figure della Riforma pre-
tridentina cit., pp. 269-277.
41 Su Caterina Fieschi Adorno si rimanda a Santa Caterina Fieschi Adorno. Donna,
mistica e solidarietà nella Genova del ’500 (Atti del Convegno internazionale. Palazzo
Ducale, Genova, Sala del Maggior Consiglio, 24-25 settembre 2004), Beni culturali Cap-
puccini, Genova, 2005, D. Solfaroli Camillocci, La Madre e il Confessore. Il problema della
direzione spirituale nel “Libro de la Vita” di Caterina da Genova, «Rivista di Storia e Let-
teratura Religiosa», XXXVIII (2001), pp. 437-457 e Cassiano Carpaneto da Langasco,
Sommersa nella fontana dell’amore. Santa Caterina Fieschi Adorno, 2 voll., Marietti,
Genova, 1987-1990.
42 Il corpus delle opere della Fieschi ha visto la luce per la prima volta intorno alla
metà del XVI secolo, C. Fieschi, Libro de la Vita mirabile et dottrina santa, de la beata
Caterinetta da Genoa. Nel quale si contiene una utile et catholica dimostratione et dechia-
ratione del Purgatorio, per Antonio Bellono, Genova, 1551. Per un’analisi dell’Opus Catha-
rinianum, composto dalla Vita autobiografica, dal Trattato sul Purgatorio e dal Trattato
del dialogo, e per le attribuzioni delle sue parti si veda U. Bonzi, Santa Caterina Fieschi
Adorno, 2 voll., Marietti, Torino, 1960-1962, vol. II, pp. 9-103.
43 A. Aubert, Eterodossia e Controriforma nell’Italia del Cinquecento, Cacucci, Bari,
2004, p. 24.
n.45 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)