Page 19 - mediterranea 45
P. 19
Vannì (saggi)_1 19/04/19 17:28 Pagina 16
16 Andrea Vanni
me voglio ne siate quanto me medesimo partecipe, et di più ne haverete
20
da esso abondantissimo signore premio grandissimo» . Nella lettera
egli si soffermava inoltre sulle sue ultime esperienze e sulle sensazioni
provate nella grande città. Nonostante la monaca gli avesse indicato
come punto di riferimento il convento agostiniano di Santa Maria del
Popolo, dove fino al 1502 aveva vissuto il frate bresciano Bartolomeo
da Palazzolo, con il quale era forse in contatto, dalla missiva trapelano
le sue difficoltà ad ambientarsi. Oltre a specificare che si era tenuto
ben lontano dai «pericolosi trastulli romani», egli scriveva infatti di non
aver «visitato troppo» il convento e, più in generale, di «aver trovato le
21
spese più grande di quello mi credeva» . Questa situazione doveva
quindi impedirgli di realizzare gli obiettivi che lo avevano condotto a
Roma. Tra questi vi era il desiderio di percorrere i primi gradi dell’or-
dinazione sacerdotale, ma «non per altro, salvo per grande miseria»,
anche in questo caso non aveva avuto successo , tanto da far credere
22
a Battistina Vernazza, la figlia del principale ispiratore del Divino
Amore, che egli, «essendo ricco e molto galante giovane», si fosse recato
23
a Roma solamente «per sollazzo» .
È tuttavia possibile che la «miseria» cui il figlio di un facoltoso mer-
cante come Bartolomeo Stella faceva riferimento nella sua lettera,
insieme con le tematiche materiali intercettasse anche quelle morali e
spirituali. La situazione che egli incontrò nella città del papa non
doveva corrispondere alle sue aspettive, né tanto meno soddisfare le
sue inquietudini. Del resto non era il solo. Nello stesso periodo, il vicen-
tino Gaetano Thiene non faceva mistero di criticare la dissolutezza
dell’Urbe, «altre volte cità santa, hora Babilonia», evocando il topos anti-
24
romano che si stava diffondendo tra ecclesiastici e laici . Per questo
motivo, per lo Stella il rientro in patria poteva rivelarsi uno strategico
piano di ripiego. Prima di attuarlo egli tuttavia decise di rivolgersi in
maniera più risoluta ai contatti che gli aveva fornito la Mignani, e di
seguirne le indicazioni, con l’obiettivo di trovare un luogo dove poter
esprimere la sua spiritualità. A Santa Maria del Popolo incontrò quindi
un frate di nome Gabriel, che gli fece a sua volta conoscere una murata
25
della basilica di San Giovanni in Laterano . Per intercessione della
20 Ibidem.
21 Ivi, p. 233.
22 Ibidem.
23 A. Bianconi, L’opera delle compagnie del «Divino amore» nella Riforma cattolica, Lapi,
Città di Castello, 1914, p. 65.
24 F. Andreu (a cura di), Le lettere di san Gaetano Thiene, Biblioteca Apostolica Vati-
cana, Città del Vaticano, 1956, p. 13.
25 Su questo fenomeno, a quei tempi alquanto diffuso, si veda M. Sensi, «Mulieres in
Ecclesia». Storie di monache e bizzoche, 2 voll., Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo,
Spoleto, 2010.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019 n.45
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)