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nuità tra antico e nuovo regime, so- l’aspetto privato a prevalere (la carità
prattutto nelle strutture di governo dei privati, più o meno forzata, più o
dell’istituzione, che vennero modificate meno imposta: il caso della novecen-
solo occasionalmente, e in modo più tesca donazione Gaslini, richiesta da
deciso dopo il commissariamento. Mussolini a fronte di un caso di palese
Dal punto di vista architettonico, la evasione fiscale, non è occasionale
vicenda dell’Albergo si conclude solo nella storia genovese o in quella di
nel 1835, ma anche lo stato attuale, altre grandi realtà mercantili), l’Albergo
con migliaia di metri quadrati – sui mostra alla città la coesione che esiste
ben 60.000 coperti disponibili – de- tra le sue élite politiche e quelle eco-
vono essere ancora ristrutturati e ri- nomiche, non sempre coincidenti. Di-
messi in uso, mentre è recentissimo viene rapidamente un polo istituzio-
il problema dell’insalubrità dei cortili. nale, fondamentale nella Genova di
D’altra parte, vi furono diversi progetti antico regime, che ne contava diversi,
di ampliamento che non poterono armonicamente (o meno), in rapporto
essere realizzati, e la struttura di per tra loro, Palazzo e Cattedrale, certa-
sé presenta limiti se vista diciamo mente, simboli dei due poteri maggiori:
così dal punto di vista dell’architettura ma anche il Banco di San Giorgio, il
sostenibile (ad esempio: come riscal- porto, e i vari ospedali, tra cui quello,
dare senza immensi sprechi spazi e legato per molti aspetti all’Albergo, di
corridoi altissimi, e soggetti a disper- Pammatone, demolito negli anni Set-
sione calorica pesante?). D’altra parte tanta del Novecento per edificare nel-
la vita di queste immense strutture è l’area il nuovo, e tetro, Palazzo di Giu-
sempre difficile: per rimanere in am- stizia. Una risposta genovese eccellente
bito mediterraneo, si pensi al caso alla crisi trecentesca, voluto da un
del degrado di Palazzo Fuga, il “re- privato, Bartolomeo Bosco, nel 1422,
clusorio” o “serraglio” napoletano vo- e anch’esso nobilitato da secoli di esi-
luto da Carlo III e disegnato dal stenza. Il libro di Tachella è prefato
grande Fuga, un edificio chiaramente da Vincenzo Paglia, non solo presidente
ispirato (si pensi solo alla facciata) della Pontificia Accademia per la Vita,
da quello genovese, e che arrivò ad ma autore (Rizzoli, 2014), di una no-
ospitare ben 5000 internati, e che tevole storia della povertà: Storia della
tra l’altro è stato oggetto di studio da povertà, appunto, che va dalle origini
parte di Giuseppe Moricola (L’industria del Cristianesimo fino a Papa France-
della carità: l’Albergo dei Poveri nel- sco. E qui il discorso da prettamente
l’economia e nella società napoletana storico diviene speculativo. Chi è po-
tra ‘700 e ‘800, Liguori, Napoli, 1994), vero? Domanda del resto parallela e
lavoro che cito volentieri perché tra complementare rispetto a un’altra:
l’altro costituisce uno dei modelli me- chi è ricco? In entrambi i casi la men-
todologici per l’opera di Tachella. Nel talità – e il riferimento che fa Tachella
senso in cui Moricola interpretava alla storia delle mentalità dovrebbe
Palazzo Fuga, va interpretato anche essere approfondito, ma è molto pun-
l’Albergo dei Poveri genovese. tuale – tende all’esagerazione. E proprio
Nel suo essere un prodotto misto un antico proverbio genovese recita
pubblico-privato, ma dove alla fine è (tradotto in italiano): “Denaro e santità,
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019 n.45
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)