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Tra pratiche caritative e radicalizzazione dottrinale. Bartolomeo Stella... 33
In quello stesso 1534 lo Stella si trasferì a Roma, dove ottenne il
titolo di protonotario apostolico 119 . Qui un paio di anni più tardi entrò
a far parte della corte di Reginald Pole 120 , che aveva conosciuto tramite
Giberti e del quale seguì per quasi venti anni la carriera ecclesiastica,
conquistando la sua fiducia. Divenne infatti suo segretario, maestro di
casa e conclavista. Era una fiducia ben riposta. E ricambiata. Insieme
condivisero i momenti più significativi della complessa parabola reli-
giosa del cardinale inglese. Non è chiaro se già nel 1537 lo Stella lo
accompagnò nelle Fiandre, dove Pole incontrò alcuni oppositori di
Enrico VIII, e poi a Nizza, dove Paolo III, Francesco I e Carlo V stavano
approntando una lega contro il re d’Inghilterra. Di certo, nel 1539 Pole
scrisse una lunga lettera attraverso cui prendeva le sue difese da una
accusa di appropriazione indebita che gli venne lanciata da un parente
del cardinale Filonardi 121 , mostrando nei suoi confronti stima e apprez-
zamenti. Nel 1539 lo Stella si trovava sicuramente a Roma. Ritiratosi
in Francia, nei pressi di Carpentras, per riflettere su quanto stava
accadendo in patria dove, per ritorsione nei suoi confronti, Enrico VIII
aveva fatto giustiziare la madre e alcuni suoi parenti, Pole era in
costante contatto con lui, che lo informava sullo stato della corte del
papa 122 . Nel novembre del 1539 il bresciano ebbe anche il duro compito
di sollecitarne il rientro, come testimoniato da una lettera che da
Verona Pole inviò a Contarini nella quale sottolineava che «Bartolomeo
nostro molto importunamente con lettere di 17 mi turbò ogni cosa [...]
che faria meglio di venir a Roma di lungo» 123 . Sotto la protezione del
cardinale, egli sembrava aver trovato una sua stabilità e un suo equi-
librio. E poteva permettersi di prendere posizione. Nel 1540, nello
stesso periodo in cui il sospettoso Carafa li faceva sorvergliare dal prete
amerino Doimo Nascio 124 , fu proprio lo Stella ad appoggiare la prima
predicazione dei gesuiti a Brescia: «Misser Bartolomeo Stella me ha las-
sato tanto raccomandato in Bressa che non poterei in una gran carta
depingere la charitade, la quale tutti usano verso de noi, e maxime li
suoi parenti», scriveva un compagno di Ignazio di Loyola 125 . Del resto
119 D. Solfaroli Camillocci, I devoti della carità cit., p. 288.
120 Per la biografia di Reginald Pole si vedano T.F. Mayer, Reginald Pole Prince cit. e
T.F. Mayer, Cardinal Pole in European Context. A «via media», Ashgate, Aldershot, 2000.
121 A.M. Querini (a cura di), Epistolarum Reginaldi Poli S.R.E. cardinalis et aliorum ad
ipsum, excudebat Joannes Maria Rizzardi, Brixiæ, 1744-1757, vol. II, pp. 168-175.
122 Ivi, vol. II, pp. 166, 174, 190.
123 Ivi, vol. II, p. 202.
124 M. Del Piazzo, C. De Dalmases, Il processo sull’ortodossia di sant’Ignazio e dei suoi
compagni svoltosi a Roma nel 1538. Nuovi documenti, «Archivum historicum societatis
Iesu», XXXVIII (1969), pp. 431-453, p. 448.
125 Cit. in A. Cistellini, Figure della Riforma pretridentina cit., p. 95.
n.45 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)