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Tra pratiche caritative e radicalizzazione dottrinale. Bartolomeo Stella... 35
col cardinale d’Inghilterra» 131 , negli anni che precedettero l’apertura del
concilio il cenacolo valdesiano elaborò una vera e propria strategia pro-
selitistica. La pubblicazione in forma anonima del Beneficio di Cristo,
ponderata a lungo anche attraverso la ricerca dell’approvazione di Con-
tarini e Giberti, era il presupposto di «un’azione politica volta a indicare
una via d’uscita alle inquietudini religiose diffuse in ogni strato sociale,
a orientare i dibattiti conciliari verso esiti tali da scongiurare una peri-
colosa deriva protestante dei fermenti eterodossi ovunque pullulanti, a
suggerire una possibile mediazione in grado di riassorbire la frattura
della cristianità nella cornice di una Chiesa rinnovata» 132 .
Bartolomeo Stella non poteva non essere al corrente di queste ini-
ziative. Del resto, proprio in questo periodo egli entrò definitivamente
a far parte della cerchia più ristretta dei collaboratori di Pole che,
insieme con Priuli, Flaminio e Parpaglia, accompagnò a Trento in occa-
sione dell’apertura del concilio, come segretario personale. In questa
occasione, ancora una volta ebbe modo di mettersi in luce presso il
patrono, svolgendo per suo conto importanti missioni. Lo stesso Ignazio
di Loyola sfruttò le sue abilità per far giungere le lettere ai suoi delegati
al concilio 133 . Come scrisse Claude Lejay, «el modo de mandare le lettre
è bono per via [..] di quello che è agente de monsignor reverendissimo
d’Inghilterra, cioè Bartholomeo Stella» 134 . Nel gennaio del 1547 la defi-
nitiva approvazione del decreto sulla giustificazione dovette tuttavia far
naufragare le aspettative del cardinale inglese, il quale, adducendo
motivi di salute, abbandonò l’assise tridentina senza apporre il suo
sigillo alla definizione che di fatto rendeva vano tutto il lavoro e le stra-
tegie portate avanti dalla sua cerchia nell’arco degli ultimi cinque anni.
Inoltre, allo stesso modo di quanto aveva fatto nei confronti di Conta-
rini, che, dopo Ratisbona, fu apertamente accusato di aver favorito gli
interessi imperiali e di aver sostenuto una dottrina contraria all’orto-
dossia romana, Carafa sfruttò il fallimento di Pole a Trento per far cir-
colare voci e pettegolezzi sui suoi errori dottrinali 135 . Era la tipica tattica
attendista del cardinale teatino, che sfruttava i momenti di maggiore
debolezza dei suoi rivali per infierire su di loro e volgere la situazione
a proprio vantaggio. In un clima che si faceva sempre più incande-
131 E. Solmi, La fuga di Bernardino Ochino secondo i documenti dell’Archivio Gonzaga
di Mantova, «Bullettino senese di storia patria», XV, (1908), p. 51.
132 M. Firpo, Juan de Valdés cit., p. 202.
133 Concilium Tridentinum cit., vol. X, pp. 81, 432, 473, 476, 574.
134 Epistolae patrum Paschasii Broëti, Claudii Jaji, Joannis Codurii et Simonis Rodericii
Societatis Jesu: ex autographis vel originalibus exemplis, typis Gabrielis Lopez del Horno,
Matriti, 1903, p. 304.
135 Cfr. M. Firpo, La presa di potere dell’Inquisizione romana, Laterza, Roma-Bari,
2014, pp. 13-15.
n.45 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)