Page 32 - mediterranea 45
P. 32
Vannì (saggi)_1 19/04/19 17:28 Pagina 29
Tra pratiche caritative e radicalizzazione dottrinale. Bartolomeo Stella... 29
sonaggio scomodo nel quale acrimonia, intransigenza e sospetto erano
cresciuti esponenzialmente dopo il sacco di Roma, la loro collabora-
zione si interruppe. Nel marzo del 1529, dopo solamente 5 mesi di per-
manenza, i teatini veronesi furono richiamati da Carafa a Venezia con
il pretesto che la gestione di due differenti case appariva una soluzione
antieconomica e una dispersione di risorse umane. È anche possibile
che l’ecclesiastico napoletano non avesse voluto aiutare Giberti poiché
non considerava positivamente i suoi legami con Ludovico Canossa,
come lui vicino alla Francia ma promotore di un rinnovamento dioce-
sano basato sul progetto evangelico di Briçonnet e Lefèvre d’Etaples.
Prima ancora di chiamare Carafa e i suoi chierici, infatti, Giberti si
92
stava avvicinando al vescovo di Bayeux , che dal 1524 era a Verona,
sua città natale, trasferitosi in occasione della nomina ad ambasciatore
di Francesco I presso la repubblica di Venezia. Non l’esperienza teatina,
93
come pure è stato sostenuto , quanto piuttosto la matrice evangelica
e umanistica diveniva quindi il perno della riforma della diocesi vero-
nese, che prevedeva la moralizzazione della vita religiosa, la riorganiz-
zazione dei conventi e dei monasteri, l’ottimizzazione dell’apparato
burocratico e amministrativo, la costante attenzione alle esigenze dei
94
fedeli, la realizzazione delle attività pastorali .
In questo clima di rinnovamento, nel 1528 Giberti invitò Bartolomeo
Stella a Verona dove, a suo giudizio, avrebbe atteso a «migliori opere»
95
che a Brescia . Attorno al vescovo si andava infatti costituendo un
importante gruppo di collaboratori, perlopiù letterati legati alle espe-
rienze dello stesso Canossa, che li aveva portati con sé dalla Francia o li
96
aveva selezionati personalmente . Fu così che, in pochi anni, Giberti si
trovò su sponde diametralmente opposte a quelle che andava maturando
Carafa, come testimonia l’importante resoconto riportato nel 1532 da
un emissario del duca di Mantova che riferiva, accennando al vescovo
di Verona, di «questi signori prelati quando nell’animo loro gli entra qual-
che mala satisfatione mi pare habbino preso per costume de ritirarsi alle
loro chiese a fare il santo et dicono al servitio di Dio contrafacendo il
97
Chiettino et sua vita sancta» . La testimonianza è importante per com-
prendere gli esordi della Gibertalis disciplina e della sua natura evange-
92 Su Ludovico Canossa e la sua attività di riforma a Bayeux si veda G. Alonge, Ludo-
vico di Canossa cit., in particolare pp. 24-30.
93 Cfr. G.M. Monti, Ricerche su Papa Paolo IV cit., pp. 107-133 e A. Prosperi, Tra evan-
gelismo e Controriforma. Gian Matteo Gilberti (1495-1543), Edizioni di storia e letteratura,
Roma, 2011 (ed. or. 1969), pp. 121 e 124.
94 G. Alonge, Ludovico di Canossa cit., pp. 30-40.
95 I. Gipponi, Momenti di storia religiosa e culturale cit., p. 260.
96 G. Alonge, Ludovico di Canossa cit., pp. 24-26.
97 L. von Pastor, Storia dei Papi dalla fine del Medio Evo, 16 voll., Desclée & Co., Roma,
1910-1955, vol. IV, p. 746.
n.45 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)