Page 45 - mediterranea 45
P. 45
D'Onofrio (saggi)_2 19/04/19 17:28 Pagina 42
42 Antonio D’Onofrio
coli ma affatto irrilevanti e, viceversa, in cui le vicende interne di que-
sti luoghi vengano viste senza tralasciare ciò che accade al di fuori di
7
essi . Lo studio di un piccolo spazio, quindi, da non considerare fine
a se stesso, ma nella prospettiva di un Mediterraneo dei piccoli spazi.
Attenzione, quindi, alla situazione amministrativa, politica e sociale
dei Presìdi di Toscana, con un occhio rivolto al loro ruolo all’interno
della penisola italiana e del Mediterraneo. Si vuole, pertanto, contri-
buire a un dibattito storiografico più generale sull’importanza dei luo-
8
ghi e della loro storia e, in qualche modo, dimostrare come un piccolo
spazio quale, appunto, i Presìdi di Toscana, rappresentasse una parte
di un sistema, un tassello di una importanza che andava ben oltre la
ridotta estensione geografica.
Una delle caratteristiche peculiari dei Presìdi è stata sicuramente
la loro particolare cronologia interna. Se si prende in considerazione,
infatti, lo scorrere del tempo dalla parte dei Presìdi e non dalla strut-
tura, da quel Mediterraneo con cui hanno vissuto in simbiosi o dal-
l’Europa delle grandi trasformazioni e delle grandi crisi, questo pare
quasi fermarsi, sospeso in una costanza interna messa alla prova solo
da improvvisi scossoni, onde che arrivavano e che, inesorabilmente,
passavano, senza tuttavia lasciare conseguenze significative. Persino
7 Soprattutto negli ultimi anni, sono molteplici i riferimenti metodologici per un’in-
dagine storica di questo tipo e il dibattito storiografico è tutt’oggi prolifico e aperto. Tra
i numerosi studi, si vedano, in particolare: S. Subrahmanyam, Mondi connessi. La storia
oltre l’eurocentrismo (secoli XVI-XVIII), a cura di G. Marcocci, Carocci, Roma, 2014; ma
anche G. Marcocci, L’Italia nella prima età globale (ca. 1300-1700), «Storica», n. 60 (2014),
pp. 7-50. Dal punto di vista maggiormente metodologico, si vedano, invece, tra gli altri:
M. Werner, B. Zimmermann, Penser l’histoire croisée: entre empirie et réflexivité, «Annales.
Histoire, Sciences Sociales », n. 1(2003), pp. 7-36; e S. Gruzinsky, Abbiamo ancora biso-
gno della storia? Il senso del passato nel mondo globalizzato, edizione italiana a cura di
M.M. Benzoni, Raffaello Cortina, Milano, 2016.
8 Lo studio dei luoghi, o forse sarebbe più opportuno parlare di spazi, ha una sua
ampia porzione di bibliografia. Il dibattito sulle metodologie da utilizzare per lo studio di
questi piccoli spazi e come questi vadano rapportati con il contesto in cui erano immersi
e con il globale è tuttora un dibattito aperto. Si veda G. D’Agostino, N. Gallerano, R. Mon-
teleone, Riflessioni su “storia nazionale e storia locale”, «Italia Contemporanea», n. 133
(1978), pp. 3-18, ma soprattutto il più recente dialogo tra Carlo Ginzburg e Mauro Boa-
relli pubblicato sulla rivista «Lo Straniero» (M. Boarelli, C. Ginzburg, Storia e microstoria,
«Lo Straniero», n. 154 [aprile 2013], pp. 50-59). Con lo sviluppo della storia globale, poi,
diversi autori si sono interrogati sul ruolo che lo studio dei luoghi, e la microstoria in
generale, può avere. In proposito si vedano, tra gli altri, F. Trivellato, Microstoria, storia
del mondo e storia globale, in P. Lanaro (a cura di), Microstoria. A venticinque anni da
L’eredità immateriale, FrancoAngeli, Milano, 2011, pp. 119-132; F. Trivellato, Is There a
Future for Italian Microhistory in the Age of Global History?, «California Italian Studies»,
Volume 2, Issue 1 (2011), s.p.; C.G. De Vito, Verso una microstoria translocale (micro-spa-
cial history), «Quaderni storici», n. 3 (2015), pp. 815-833; o anche altri che si spingono
a parlare di global microhistory, come J. Revel (ed.), Jeux d’échelles: la micro-analyse à
l’expérience, Gallimard-Le Seuil, Paris, 1996.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019 n.45
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)