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Fig. 1 – Stato dei Presìdi, Bnn, Carte Geografiche, busta n. 4 , n. 45 (s.a., epoca di Carlo III).
nomo, un territorio che in oltre due secoli non ebbe mai quelle carat-
teristiche tipiche di uno Stato propriamente detto. Si trattava di un ter-
ritorio stanziale, volto, appunto, a presidiare. Anche e soprattutto per
questi motivi, questo piccolo spazio visse per tutto l’arco della sua sto-
ria sostanzialmente di riflesso al Mediterraneo. Laddove quest’ultimo
era animato da conflitti, i Presìdi si risvegliavano, tornando a rivestire
il loro ruolo strategico. Laddove il mare interno sopiva, invece, i Presìdi
ristagnavano nella loro quotidianità di guarnigione.
Riguardo più specificatamente l’organizzazione interna, al momento
della conquista spagnola, le autorità decisero di conservare gli statuti
che regolavano la vita delle comunità, risalenti al dodicesimo secolo,
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precedenti persino alla dominazione senese . Come già detto vi erano
tre distinte comunità all’interno dei Presìdi (quattro con l’aggiunta di
Porto Longone). Ognuna di queste comunità, in base, appunto, agli sta-
tuti, gestiva le sue prerogative autonomamente: aveva un suo consiglio
della comunità con i suoi rappresentanti eletti e le proprie autorità
locali e gestiva in assoluta indipendenza le seppur piccole attività eco-
nomiche, quali gli affitti delle peschiere e delle bandite. Gli spagnoli
20 Gli statuti risalivano al periodo in cui Orbetello era feudo dell’Abbazia delle Tre
Fontane. Si veda P. Raveggi, Orbetello antica e moderna, Coop. Tip. fascista La Maremma,
Grosseto, 1933, p. 36.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019 n.45
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)