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I Presìdi di Toscana: forme di lunga durata e mutamenti in un piccolo spazio (1557-1801) 47
innestarono in questo contesto alcune figure tipiche degli apparati
amministrativi e militari che la Spagna instaurava nei suoi possedi-
menti diretti: vicario generale (poi trasformatosi nel Settecento, sotto
il dominio napoletano, in intendente generale), governatori del presidio,
auditore generale, veditore, pagatore, contabile e tutta una serie di
cariche che delineavano un apparato amministrativo a tratti imponente
rispetto alle dimensioni ridotte dei Presìdi.
Il vertice della scala gerarchica era il vicario generale dei Presìdi,
nominato direttamente dal re e suo primo referente sul territorio. Era
posto direttamente alle dipendenze del viceré di Napoli e si trattava,
ovviamente, di un militare residente a Orbetello che estendeva le sue
prerogative e la sua autorità a tutti i Presìdi toscani. Nel momento in
cui i Presìdi passarono al regno di Napoli, nel 1737, il vicario generale
venne sostituito dall’intendente generale dei Presìdi di Toscana, detto
anche comandante generale (nei documenti di archivio la dicitura è o
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affiancata o alternata a quella di intendente generale) . Il primo
comandante generale dei Presìdi del periodo borbonico fu Francesco
Eboli, duca di Castropignano, all’epoca comandante generale dell’eser-
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cito napoletano . Questo, se da un lato dimostra l’importanza che in
quegli anni turbolenti rivestiva il possesso e l’organizzazione militare
dei Presìdi di Toscana per la corona di Napoli e per quella di Madrid
(durante la guerra di successione austriaca, fu nei Presìdi che conflui-
rono e si unirono le truppe provenienti da Madrid e quelle provenienti
da Napoli per organizzare la loro azione nella penisola), dall’altro rende
evidente come in realtà l’intendente generale fosse fisicamente impos-
sibilitato a risiede nei Presìdi, Per questo motivo, venne istituita la
figura di un commissario di guerra, sostanzialmente un delegato del
comandante generale. Dopo una prima fase convulsa, legata al prosie-
guo dei grandi conflitti dinastici della prima metà del XVIII secolo, la
figura dell’intendente generale divenne sempre più slegata da Napoli e
dall’esercito reale, venendo spesso affidata al governatore di Orbetello
che vedeva, quindi, allargare la sua autorità a tutti i Presìdi.
Seconda carica in ordine di importanza, infatti, e carica più alta
all’interno del singolo presidio, era quella di governatore militare.
Quest’ultimo veniva scelto tra una rosa di candidati con alle spalle una
lunga permanenza nei ranghi dell’esercito e, anche in questo caso, la
nomina proveniva direttamente dall’autorità regia. La durata in carica
di ciascun governatore era, in teoria, di due anni. In questo aspetto
21 Si fa qui riferimento ai documenti contenuti in Asn, Segreteria di guerra e marina,
ramo guerra, nn. da 14 a 29.
22 Per la figura controversa di Francesco Eboli, duca di Castropignano, si rimanda
alla corrispondente voce del Dizionario biografico degli italiani, consultabile all’indirizzo:
http://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-eboli_%28Dizionario-Biografico%29/
n.45 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)