Page 227 - 1 rivista 53
P. 227

L’opera storiografica di Romualdo Giuffrida                      741


                    [la ditta] adescò molti a prestarle i denari, altri persuase a venderle a
                    credito i propri zolfi mercé la stipula dei prezzi superiori al corso, altri
                    alla compra in contanti degli zolfi a future scadenze mercé la stipula dei
                    prezzi inferiori al corso, ed altri più onesti furono tratti alla propria ro-
                    vina dalla fiducia che con ogni arte intendeva quella a mantenersi, poi-
                    ché tutto ciò ch’essa operava era presentato con tanta ingenuità, con sì
                    poderoso treno di artifizi, che nessuno ebbe mai a sospettare la caduta
                    lontana o vicina di quella casa». E neppure il CdA del Banco di Sicilia
                    evidentemente l’aveva messa nel conto.
                       Si è già accennato al fallimento della “Società di navigazione La Tri-
                    nacria”, fondata qualche anno prima dal palermitano Pietro Tagliavia,
                    probabilmente anche su sollecitazione di politici della Sinistra, ai quali
                    egli era molto legato, primo fra tutti Francesco Crispi. E certamente
                    all’iniziativa di Tagliavia non era estranea la salda amicizia con Luigi
                    Orlando, padrino di battesimo di uno dei suoi figli, che ne aveva preso
                    anche il nome, e titolare del cantiere di Livorno, dove più tardi “La
                    Trinacria” farà costruire i due piroscafi Enna e Ortigia, le prime navi a
                    vapore di grossa portata costruite in Italia. La Compagnia allestì una
                    flotta mercantile modernissima, definita ‘preziosa’ per tonnellaggio e
                    qualità del naviglio, dotato «di tutte quelle innovazioni che la scienza
                    ha trovato di utilità oggi, sia riguardo alle qualità mercantili e di navi-
                    gazione  che  per  sistema  di  macchinari»;  sicuramente  superiore  per
                    tonnellaggio e per efficienza a quelle di Florio e di Rubattino. E tuttavia
                    − rilevava la Commissione della Camera chiamata a relazionare sulla
                    concessione  di  un  prestito  alla  Società  −  «non  v’è  forse  esempio  al
                    mondo di una compagnia di navigazione munita di un materiale così
                    adatto e retribuito così parcamente».
                       La Compagnia in effetti accettava, per le linee con il Levante, sov-
                    venzioni governative che poi a Florio furono raddoppiate, con il risul-
                    tato di dovere continuamente ricorrere − anche per la mancata collo-
                    cazione sul mercato dell’intero patrimonio azionario (pur ampiamente
                    garantito dal valore della sua flotta) e per la grande difficoltà di reperire
                    in loco finanziamenti alternativi − al credito bancario a interessi ele-
                    vati. Doveva inoltre subire sulle stesse linee la dura concorrenza della
                    Florio, la quale per crearle difficoltà offriva noli più bassi, che invece
                    più tardi, quando poté operare in condizione di monopolio, aumentò
                    del 40 per cento, con la scusa del contemporaneo aumento del prezzo
                    del carbon fossile, per il quale però il governo le pagava un indennizzo
                    a parte.
                       Ad altre cause come la contrazione dei noli e la lunga depressione
                    economica successiva al 1873 si è già accennato.
                       Rubattino – come si è detto – fu salvato dall’intervento di un gruppo
                    di  banche.  Al  salvataggio  di  Tagliavia  non  poteva  essere  sufficiente
                    l’anticipazione  di  cinque  milioni  in  buoni  del  tesoro  concessa  dal




                                              Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Dicembre 2021
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
   222   223   224   225   226   227   228   229   230   231   232