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736 Orazio Cancila
protezione daziaria, perché essa riuscì a continuare ancora l'attività
per oltre un quindicennio, con una produzione annua di dieci-dodici-
mila risme di carta, che si vendeva a tarì 22 la risma il tipo fioretto e
a tarì 18 il tipo mezzo fioretto. La crisi si ebbe quando, negli anni
Trenta, entrarono in produzione le moderne cartiere del napoletano
sul Fibreno e sul Liri, capaci di produrre sino a 300 risme di carta al
giorno a costi molto più bassi, cosicché come le arretrate cartiere della
Costiera amalfitana, che non erano riuscite a rimodernarsi, anche la
Turrisi fu costretta a sospendere l'attività. Con il prezzo della carta
crollato a 10 tarì la risma, la fabbrica castelbuonese – che utilizzava
ancora i mortai e le pile e non aveva voluto rinnovare le attrezzature e
i sistemi di produzione – registrava una perdita di 8 tarì a risma, che
convinceva i titolari dell'opportunità di porre la parola fine a una im-
presa che si rivelava fallimentare (1842).
Parecchi saggi di questi ultimi anni nel 1973 saranno raccolti in
volume e pubblicati col titolo Aspetti dell’economia siciliana nell’Otto-
cento e successivamente, nel 1980, ristampati con aggiunte e modifi-
che nel volume Politica ed economia nella Sicilia dell’Ottocento, edito da
Sellerio, in cui Giuffrida riunì contributi che trattano delle più impor-
tanti manifatture dell’isola e del ruolo degli imprenditori, stranieri e
siciliani, tra il 1821 e l’inizio degli anni Quaranta, come pure della
costruzione della rete ferroviaria nei primi decenni dopo l’unificazione.
Ed è proprio grazie a queste raccolte che Giuffrida sarà noto al grande
pubblico come storico dell’economia siciliana.
Ma ritorniamo al 1970, quando già egli aveva al suo attivo nume-
rose pubblicazioni di storia economica. Sollecitato da Trasselli, pre-
sentò la domanda per il conseguimento della libera docenza, che gli fu
conferita all’unanimità l’anno appresso. Da allora egli non sarà più il
dottor Giuffrida ma il professore Giuffrida, anche perché contempora-
neamente giungeva la chiamata da parte della Facoltà di Lettere e Fi-
losofia per l’insegnamento di Archivistica. Anche se nello stesso 1971,
in seguito al pensionamento del professore Trasselli, egli otteneva la
nomina di Soprintendente Archivistico per la Sicilia, carica mantenuta
sino al suo pensionamento nel 1984, la professione di docente univer-
sitario era quella che più gratificava il nostro Romualdo. Ninni mi di-
ceva, e anch’io ne ero convinto, che quando lui, Ninni, superò la valu-
tazione comparativa come associato di storia moderna, il padre ne fu
felicissimo, assai più di quando Ninni ebbe la nomina di segretario
dell’Assemblea Regionale, carica che − come è evidente − dà al suo
detentore un potere che nessun docente universitario si sogna mai di
poter conseguire. Questo per dire che Romualdo non mirava tanto al
potere, quanto alla considerazione pubblica.
Negli anni immediatamente successivi al conseguimento della li-
bera docenza, l’attività scientifica di Giuffrida si fece travolgente. Già
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Dicembre 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)