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L’opera storiografica di Romualdo Giuffrida                      737


                    nello stesso 1971 pubblicò il primo dei due volumi sul Banco di Sicilia
                    e  due  anni  dopo  il  secondo  volume.  L’opera  rimase  incompiuta:  si
                    ferma al 1894 ed è un vero peccato che egli travolto da altri impegni
                    non abbia voluto più continuarla come nelle intenzioni iniziali sino al
                    1926, data in cui cessa per il Banco di Sicilia la potestà di emettere
                    biglietti di banca. Ma forse più che nuovi impegni, furono nuovi inte-
                    ressi scientifici che lo spinsero a lasciarla incompiuta, come se, chiusa
                    la fase crispina della politica italiana, il resto non lo interessasse più.
                       Il lavoro è preceduto da una sintesi di storia bancaria del periodo
                    precedente di Carmelo Trasselli, che ho riletto con interesse nei giorni
                    scorsi e che merita di essere riproposta per la lucidità delle analisi. La
                    metteremo presto online sul sito della nostra rivista unitamente ai due
                    volumi di Giuffrida. Trasselli rileva che dai primi decenni del Seicento
                    in Sicilia non c’erano più banchi privati, a parte le Tavole di Palermo
                    e di Messina, con funzioni però limitate di deposito e di tesoreria, e i
                    diversi Monti di pietà per il credito di consumo. E così la Sicilia giunge
                    all’Ottocento senza banchi e senza una organizzazione creditizia ca-
                    pace di vitalizzare la sua economia e la sua potenziale ricchezza. «A
                    noi, dice Trasselli, mancò persino la ventata di ammodernamento che
                    Murat portò a Napoli». E la situazione non cambiò nella prima metà
                    del secolo, perché – continua Trasselli – «i Borboni vollero isolare il loro
                    regno dal resto d’Europa, proprio negli anni in cui le ferrovie e le pres-
                    sioni ideologico-politiche di mezza Europa rendevano irrealizzabile tale
                    isolamento. Il progetto del canale di Suez poneva l’Italia tutta in pri-
                    missimo piano nella politica economica europea; e la futura “Valigia
                    delle Indie” aveva bisogno assoluto dell’Italia meridionale per unire In-
                    ghilterra e Francia a Suez. I Borboni, gelosissimi della propria indi-
                    pendenza,  preferirono  non  associarsi  ed  il  loro  trono  crollò  sotto  la
                    pressione concorde dell’Inghilterra, della Francia e dei finanzieri liguri,
                    i quali intuirono invece la necessità di presentarsi nel grande concerto
                    europeo quali rappresentanti di uno stato unico dal Mar Ligure allo
                    Jonio. Realizzavano così anche sul terreno politico quell’unificazione
                    dell’Italia Meridionale alla Settentrionale, che perseguivano costante-
                    mente almeno dal XVI secolo».
                       Le parole di Carmelo Trasselli dovrebbero essere attentamente me-
                    ditate dai nostalgici borbonici di casa nostra, che cianciano di primati
                    della Sicilia di Ferdinando II, ricordata come se fosse il paese di Ben-
                    godi. Più semplicemente era un paese arretrato economicamente, cul-
                    turalmente e politicamente.
                       «Tardi e male – aggiunge ancora Trasselli – i Borboni si decisero a
                    creare una organizzazione bancaria, indebolita per giunta da una mal
                    posta rivalità napoletana, mal posta soprattutto perché intendeva isti-
                    tuire una nuova colonizzazione napoletana» a danno della Sicilia. E
                    così  i  Rothschild  «proprio  a  Napoli  riuscivano  a  piazzare  titoli  dei




                                              Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Dicembre 2021
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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