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Giovanna Motta
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                   Voglio ricordare un aneddoto che lo divertiva molto: eravamo a Nan-
                terre, all’epoca università delle avanguardie, e Trasselli era stato invi-
                tato – come spesso accadeva – a tenere una lezione-seminario su temi
                monetari. Dopo molte ore di dibattito e domande da parte degli stu-
                denti, straordinariamente interessati e preparati, all’uscita sentii al-
                cuni di essi che continuavano a commentare il seminario; uno di loro
                disse – e gli altri concordarono –“ecco, finalmente un vero marxista!”;
                in realtà, con la sua profonda capacità di comprendere i fenomeni mo-
                netari, aveva considerato la moneta come merce, “costruendo” la fa-
                mosa formula di Marx D = M = D.
                   Era  dunque  impossibile  bloccare  le  sue  continue  trasformazioni,
                definirlo,  collocarlo,  con  un’unica  etichetta.  Trasselli  non  credeva:
                questo era il suo credo.
                   Su cosa basava dunque la sua vita di studioso? Sul sapere, sul
                lavoro, sull’indagine; questa lo rendeva capace di seguire molte “piste”
                e di trovare ciò che aveva intuito dovesse esistere: il documento, la
                notizia,  la  conferma  alle  proprie  ipotesi.  Pur  tra  mille  vie  inseguiva
                un’idea, un filo conduttore, attraverso sentieri che praticava anche per
                la prima volta, faceva “esperimenti”, diveniva volutamente provocato-
                rio, cambiava continuamente l’oggetto del proprio interesse, non con-
                sentiva di essere definito. Dallo studio del più piccolo feudo siciliano
                ai raffinati studi mutuati dalle Annales, con intuito, intelligenza, abi-
                lità, anticipava i tempi, legava la Sicilia al mondo, sottolineandone al
                tempo stesso la “diversità” e la centralità.
                   Era così riuscito a fondere la storia – e la vita – dell’Isola, a quella
                degli altri paesi europei a essa collegati, non tanto per “uscire” dalla
                provincia – nelle epoche da lui studiate la Sicilia è periferia niente
                affatto marginale anche rispetto al potere centrale della corte di Ma-
                drid – quanto piuttosto per celebrare la centralità dell’Isola – e della
                lettura dell’Isola – fra il tardo medioevo e l’età moderna. Le contrad-
                dizioni della sua terra divenivano le sue contraddizioni, il suo males-
                sere forse aveva inizio da queste due anime: quella della tradizione e
                quella dell’attualità, che tenevano sempre vivo il suo inestinguibile
                interesse e il suo bisogno di verità, facendo di lui una maschera tra-
                gica e simbolica.
                   Per queste ragioni ringrazio chiunque lo abbia amato e sono infini-
                tamente grata a Fernand Braudel, che ha sempre provato per Trasselli
                un interesse e un affetto che solo i “grandi” sono capaci di provare; a
                Lui va la mia riconoscenza per il regalo più bello che poteva fare alla
                Sicilia e alla memoria di Trasselli, la sua splendida prefazione alla rac-
                colta di studi.
                   Per quanto riguarda l’attività scientifica di Carmelo Trasselli, pur
                nella molteplicità dei vari argomenti trattati, essa verte essenzialmente





                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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