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Gli Armeni in Italia nella seconda metà del ‘900                  25


                    preoccupazioni incise non solo quanto stava avvenendo in alcuni paesi
                    occidentali che ospitavano ampie diaspore armene, ma anche l’avvento
                    della nuova generazione formata dai figli nati a cavallo del secondo
                    conflitto mondiale, la prima schiera di armeni “italiani” che risultava
                    per questo molto più esposta a perdere i tratti della propria “armenità”.
                       Dalla documentazione attualmente disponibile, emerge come la co-
                    munità armena italiana contasse all’epoca circa un migliaio di resi-
                    denti nella penisola . La prima realtà associativa a essere fondata, nel
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                    1946, fu l’Unione culturale armena d’Italia, erede dell’organizzazione
                    giovanile creata tra gli ex-allievi del collegio Moorat-Rafael prima della
                    guerra, il cui scopo principale era promuovere attività e iniziative cul-
                    turali rivolte ai giovani armeni. In quegli stessi anni il comitato armeno
                    milanese  si  diede  una  nuova  veste  giuridica  con  la  fondazione
                    dell’Unione degli Armeni d’Italia che intendeva porsi come l’organismo
                    di rappresentanza dell’intera comunità armena presente nel paese. Nel
                    1951 l’Unione venne riconosciuta ufficialmente anche dal governo ita-
                    liano come ente morale . L’associazione aveva come finalità «di assi-
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                    stere gli armeni residenti in Italia […] aiutando particolarmente i più
                    bisognosi, nonché quelli che si trova[va]no senza lavoro, nella ricerca
                    di un’occupazione» . A far orientare in maniera favorevole la Prefet-
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                    tura di Milano nei confronti della nuova realtà associativa armena era
                    anche il profilo dei cinque membri del direttivo dell’associazione (Jer-
                    vant Arzumanian, Kevork Babayanz, Dikran Alexanian, Hrant Devle-
                    tian e Giovanni Ovannessian), tutti rispettabili professionisti e impren-
                    ditori, in Italia da diversi decenni, cittadini italiani «in buone condi-
                    zioni economiche, […] di buona condotta in generale, senza precedenti
                    sfavorevoli». A questo si aggiungeva che nessuno di essi svolgeva «al-
                    cuna attività politica» .
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                       La necessità di avere uno spazio per accogliere le diverse attività
                    che nel frattempo stavano nascendo, spinse gli armeni milanesi, agli



                       20  Relazione del Prefetto di Milano, Pavone, al Ministero degli Interni, 9 agosto 1951,
                    Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Dipartimento pubblica sicurezza,
                    Ufficio Ordine Pubblico, Categorie permanenti - G, associazioni 1944-1986, b. 148, fasc.
                    1238, Unione armeni d’Italia (1951), s.n., p. 1.
                       21  Il 16 ottobre 1951 il capo della polizia, visto il parere positivo del Prefetto di Milano,
                    diede il suo nulla osta al riconoscimento dell’Unione degli Armeni d’Italia in ente morale.
                    Acs, Ministero dell'Interno, Dipartimento pubblica sicurezza, Ufficio Ordine Pubblico,
                    Categorie permanenti - G, associazioni 1944-1986, b. 148, fasc. 1238, Unione armeni
                    d’Italia (1951), s.n.
                       22  Relazione del Prefetto di Milano, Pavone, al Ministero degli Interni, 9 agosto 1951,
                    Acs, Ministero dell'Interno, Dipartimento pubblica sicurezza, Ufficio Ordine Pubblico,
                    Categorie permanenti - G, associazioni 1944-1986, b. 148, fasc. 1238, Unione armeni
                    d’Italia (1951), s.n., p. 1.
                       23  Ivi, p. 2.


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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