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                giornali  e  nelle  corrispondenze  dei   colo  di  quella  scoperta  del  mondo
                letterati e nel mondo delle accademie   arabo e orientale che costituiva uno
                europee unanimi apprezzamenti e ri-  dei temi più vivi della cultura euro-
                conoscimenti  dell’opera  promossa   pea,  come  ci  ricorda  il  recente  vo-
                dall’Airoldi  –  ben  chiaro  era  a  tutti   lume di Alexander Bevilacqua (La Bi-
                l’impegno  del  Giudice  della  Monar-  blioteca Orientale, Hoepli, 2019), ma
                chia  nella  traduzione  del  codice  –,   anche degli arabisti europei, da Gio-
                alla  fine  di  quel  1789,  all’apparire   vanni Simone Assemani a Giuseppe
                delle prime prove della edizione del   Hager; dall’altro, – e questo è il tema
                Vella, l’Assemani così scriveva al già   più significativo della storia dell’ara-
                ricordato  Tychsen:  «Chi  sia  l’impo-  bica impostura – il lavoro di edizione
                store?  Che  fine  abbia  avuto?  Quai   del codice martiniano, pubblicato a
                mezzi  abbia  usati?»  (p.  227).  A  Pa-  spese  dell’Airoldi,  in  tre  volumi  tra
                lermo, però, ben lungi dal nutrire so-  1789 e 1792 con il titolo di Codice di-
                spetti, ovvero, potremmo dire, nono-  plomatico  di  Sicilia  sotto  il  governo
                stante  i  dubbi  sull’autenticità  del   degli arabi e, subito dopo, nel 1793,
                manoscritto, forti e aperti continua-  la stampa di un secondo falso, il Li-
                rono a essere i sostegni, appoggi e ri-  bro del Consiglio d’Egitto, divennero,
                conoscimenti  –  anche  economici  –   per i loro contenuti, oggetto e testi-
                che il Vella ebbe dagli ambienti acca-  moni dello scontro politico allora in
                demici palermitani e dagli esponenti   atto tra la volontà riformatrice della
                colti e più rappresentativi del baro-  monarchia  borbonica  del  decennio
                naggio siciliano.                   1780-1790,  ben  rappresentata  nel-
                   Di  certo,  l’abate  Vella  e  la  sua   l’isola  dai  viceré  Domenico  Carac-
                arabica  impostura  non  sono  del   ciolo,  marchese  di  Villamaina,  e
                tutto assimilabili ai tanti falsari che,   Francesco D’Aquino, principe di Ca-
                nell’Italia meridionale, tra Sette e Ot-  ramanico,  e  gli  esponenti  del  baro-
                tocento,  crearono  falsi  documenti,   naggio siciliano. Al centro dello scon-
                epigrafi,  monete  e  ai  quali  Paolo   tro, accesosi soprattutto intorno al-
                Preto, prima ricordato, dedicò un bel   l’edizione  del  Consiglio  d’Egitto,  fu,
                saggio  edito  nella  miscellanea  in   infatti, la pretesa origine arabo-nor-
                onore  di  Orazio  Cancila  (Falsari  di   manna del diritto feudale siciliano e,
                epigrafi  nell’Italia  meridionale,  in   dunque,  dei  diritti,  dei  titoli,  delle
                Studi Storici, dedicati a Orazio Can-  giurisdizioni  dei  feudatari  siciliani,
                cila, a c. di A, Giuffrida, F. D’Avenia,   minacciati,  in  quegli  anni,  dalle
                D.  Palermo,  Palermo  2011,  vol.  IV,   prammatiche e dalle misure riforma-
                pp. 1415-1460). Da un lato, infatti,   trici  del  governo  napoletano  (F.
                intorno  al  Vella  e  ai  suoi  lavori  si   Renda, La grande impresa. Domenico
                creò, fin dalle prime notizie dell’avvio   Caracciolo viceré e primo ministro tra
                della trascrizione e traduzione di un   Palermo  e  Napoli,  Sellerio  editore
                manoscritto da tempo conservato nel   2010).
                monastero di San Martino, nei pressi   È,  questo,  l’orizzonte  tutto  poli-
                di Palermo, – a dire del Vella un co-  tico nel quale si colloca l’arabica im-
                dice della cancelleria araba di Sicilia   postura: all’avvio, nei primi anni Ot-
                (in realtà era una delle tante vite di   tanta, della politica riformatrice del
                Maometto  –,  una  straordinaria  at-  Caracciolo  e  del  Caramanico  e
                tenzione non solo dei milieux acca-  dell’accendersi di vivaci dibattiti po-
                demici palermitani e siciliani, parte-  litici,  di  produzione  di  allegazioni
                cipi fin dai primi anni del XVIII se-  storico-.giuridiche sulle origini della





                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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