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                sanato della legislazione razzista del 1938 e della conseguente, tem-
                poranea estromissione della componente ebraica dalla compagine na-
                zionale,  di  cui  aveva  costituito  uno  degli  elementi  fondanti  fin
                dall’epoca risorgimentale, vi furono soprattutto alcune, contrapposte,
                spinte migratorie, attraverso cui «le perdite causate dalla So’ah» ven-
                nero «almeno in parte compensate dai nuovi arrivi», che nel complesso
                determinarono una «sostituzione parziale di popolazioni» . Una prima
                                                                       1
                direttrice emigratoria, in direzione della Palestina britannica e poi di
                Israele, iniziò a opera di piccoli gruppi e singoli individui animati da
                ideali sionisti già nel corso degli anni Venti, rafforzandosi in corrispon-
                denza del 1938 e riprendendo poi nel secondo dopoguerra, all’indo-
                mani della fondazione dello Stato, per continuare in seguito, con in-
                tensità ora maggiore ora minore, senza mai esaurirsi del tutto . Se
                                                                               2
                questo movimento fu significativo da un punto di vista politico e intel-
                lettuale, altre due migrazioni, questa volta in entrata, ebbero ripercus-
                sioni demografiche assai più profonde sull’ebraismo italiano.
                   La prima, proveniente dall’Europa centrale e orientale, fu intensa
                negli anni Trenta e, con caratteri profondamente diversi, nell’imme-
                diato secondo dopoguerra, quando le coste italiane divennero uno dei
                principali luoghi d’imbarco per l’aliyah bet, l’immigrazione clandestina
                ebraica verso la Palestina britannica . La seconda, destinata a eserci-
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                tare conseguenze di più lungo periodo sull’ebraismo italiano e sull’in-
                tera società della Penisola, condusse in Italia numerosi ebrei dal Nord
                Africa e dal Medio Oriente, vuoi come tappa intermedia, in vista di
                successivi spostamenti, vuoi, più raramente ma in numero tutt’altro


                   1  S. Della Pergola, La popolazione ebraica in Italia nel contesto ebraico globale, in C.
                Vivanti (a cura di), Gli ebrei in Italia, vol. II, Dall’emancipazione a oggi (Storia d’Italia.
                Annali 11), Einaudi, Torino, 1997, pp. 897-936, a p. 930. Sul reinserimento dell’ebrai-
                smo  italiano  nella  compagine  nazionale  dopo  la  fine  della  guerra  e  sui  cambiamenti
                interni e di percezione che tale dinamica comportò, cfr. G. Schwarz, Ritrovare se stessi.
                Gli ebrei nell’Italia postfascista, Laterza, Roma-Bari, 2004.
                   2  Sull’emigrazione ebraica italiana verso la Palestina mandataria cfr. A. Marzano,
                Una terra per rinascere. Gli ebrei italiani e l’emigrazione in Palestina prima della guerra
                (1920-1940), Marietti, Genova, 2003. Circa la comunità italkim in Israele cfr. S. Della
                Pergola, A. Tagliacozzo, Gli italiani in Israele, RMI-FSI, Roma-Milano, 1978; S. Della Per-
                gola, C. Nizza e A.M. Piattelli (a cura di), L’Italia in Israele. Il contributo degli ebrei italiani
                alla nascita e allo sviluppo dello Stato d’Israele, numero monografico de «La Rassegna
                mensile di Israel», 80, 2-3 (2014). Sull’emigrazione giovanile italiana nei primissimi anni
                dello  Stato  d’Israele  vedi  M.  Simoni,  Young  Italian  Jews  in Israel,  and Back:  Voices
                from a Generation (1945-1953), in F. Bregoli, C. Ferrara degli Uberti, G. Schwarz (eds.),
                Italian Jewish Networks from the Seventeenth to the Twentieth Century Bridging Europe
                and the Mediterranean, Palgrave Macmillan, Cham, 2018, pp. 173-200.
                   3  La produzione storiografica sull’aliyah bet è ampia e crescente. Ci si limita qui a
                ricordare M. Toscano, La “porta di Sion”. L’Italia e l’immigrazione clandestina ebraica in
                Palestina (1945-1948), Il Mulino, Bologna, 1990, che rappresentò un punto di svolta per
                la storiografia in materia.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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