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Tra due diaspore: ebrei levantini ed egiziani in Italia (1948-1957) 63
disgiunto, tuttavia, da un atteggiamento di estrema prudenza che, men-
tre portava a concedere migliaia di visti di transito, induceva anche ad
assicurarsi che gli apolidi che effettivamente entravano in Italia – non
pochi usufruirono, infatti, del visto italiano solo per lasciare l’Egitto, diri-
gendosi direttamente verso Israele o altre destinazioni – non si sarebbero
stabiliti in modo prolungato nella Penisola, aggravandone la situazione
sociale, e che, per il limitato periodo in cui lo avessero fatto, sarebbero
risultati a carico dell’Ucii e delle altre organizzazioni ebraiche .
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Questa preoccupazione, presente fin dall’inizio della crisi, divenne
particolarmente viva dopo che, nel gennaio 1957, un gran numero di
ebrei apolidi raggiunse l’Italia, sbarcando a Napoli . In conseguenza
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di questo continuo flusso e del fatto che non tutte le partenze furono
così rapide come inizialmente creduto, mentre non pochi apolidi cer-
cavano in vari modi di prolungare irregolarmente il loro soggiorno in
Italia, a partire dalla fine di gennaio si determinò un progressivo irri-
gidimento da parte delle autorità italiane, e in particolare di quelle di
Polizia . Tale mutamento di atteggiamento, determinato anche dal
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fatto che la fase più critica dell’emergenza sembrava superata, ben si
evince da una nota del Servizio stranieri del Dipartimento Affari politici
del ministero degli Esteri, che il 1° febbraio 1957 sottolineava:
Si ritiene che non sia né opportuno né possibile, allo stato della nostra
legislazione, di munire di passaporto italiano gli israeliti residenti in Egitto che
siano di origine italiana, o ex protetti italiani di origine ottomana o ex cittadini
italiani libici. D’altra parte, il Governo italiano, a causa del rilevante numero
di profughi stranieri ed in particolare di jugoslavi e di ungheresi che sono re-
centemente affluiti sul suo territorio, si trova, suo malgrado, nell’impossibilità
di accogliere in Italia a tempo indeterminato sia i predetti israeliti (salvo even-
tualmente i casi meritevoli di particolare riguardo), sia, a maggior ragione, gli
israeliti di cittadinanza egiziana e quelli, che, essendo apolidi, non hanno al-
cun legame con il nostro Paese 64 .
61 Cfr. la lettera di Renzo Levi, vicepresidente dell’Unione, al dottor Raffaelli, dell’Uf-
ficio stranieri degli Esteri, del 15 gennaio 1957, ivi.
62 Sull’arrivo del piroscafo Misr a Napoli, il 6 gennaio 1957, con un carico di 967
rifugiati ebrei, tra cui 954 apolidi, cfr. la relazione senza data in inglese presente in
Archivio Ucei, 1948-1965, b. 146, fasc. 43-11 Espulsi dall’Egitto a causa del conflitto del
1956, s.f. Relazioni di carattere generale e documentario; la relazione del capo della Po-
lizia Giovanni Carcaterra, del 16 febbraio 1957, che riprendeva una comunicazione della
questura di Napoli del 4 febbraio, in Acs, Mi, Gab, Fasc. correnti 1957-1960, b. 426,
fasc. 17370 Profughi stranieri, s.f. Ebrei. Assistenza profughi in transito.
63 A quest’ultimo proposito cfr. l’appunto per il capo della Polizia del 2 maggio 1957,
con oggetto Latina. “Campo transito” per profughi stranieri, a p. 7, ivi, b. 424, fasc. 17370
Profughi stranieri, s.f. 39 Latina.
64 Nota del 1° febbraio 1957, ivi, b. 426, fasc. 17370 Profughi stranieri, s.f. Ebrei.
Assistenza profughi in transito.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)