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66 Paolo Zanini
per tutti gli ebrei costretti ad abbandonare i paesi del Vicino Oriente,
l’afflusso degli ebrei d’Egitto cittadini italiani venne salutato dai vertici
comunitari «con la speranza che la loro sistemazione» nella Penisola
potesse servire «a rinsanguare le esauste Comunità Italiane» .
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Conclusioni
Tale speranza si sarebbe rivelata fondata. Le comunità italiane si
rafforzarono grazie a questa nuova diaspora orientale: quella di Mi-
lano, in particolare, verso cui si indirizzarono quasi completamente i
due flussi immigratori del 1948-1949 e del 1956-1957 raggiunse at-
torno alla metà degli anni Sessanta il suo massimo storico, sostenuta
proprio dalla componente mediorientale recentemente acquisita, al cui
interno gli ebrei d’Egitto rappresentavano il gruppo più numeroso .
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Da allora la comunità milanese avrebbe accolto nuovi flussi prove-
nienti dal Vicino Oriente: ancora dall’Egitto nel 1967, dal Libano a se-
guito della guerra dei Sei giorni e durante le prime fasi della guerra
civile e, infine, dall’Iran in conseguenza della rivoluzione islamica,
mentre gran parte dell’immigrazione proveniente dalla Libia si sarebbe
stabilita a Roma . In molti casi, specie nel contesto milanese, le par-
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tenze avrebbero, però, controbilanciato numericamente i nuovi arrivi,
senza determinare un incremento paragonabile a quello del primo ven-
tennio del secondo dopoguerra.
Certo è che, nel corso della seconda metà del Novecento, i flussi
d’immigrazione ebraica provenienti dal Medio Oriente modificarono
69 S. Piperno, Agli ebrei d’Italia, «Bollettino della Comunità israelitica di Milano»,
marzo 1957, p. 8. Per quanto riguarda l’individuazione della soluzione principe all’intera
vicenda nell’emigrazione in Israele cfr. gli articoli Apriamo le nostre porte, «Israel», 20
dicembre 1956, p. 1; Profughi dall’Egitto, ivi, 17 gennaio 1957, p. 4; Per i fratelli profughi,
ivi, 31 gennaio 1957, p. 7; Dobbiamo riuscire a trasformare il male in benedizione, ivi, 14
febbraio 1957, p. 5.
70 La comunità di Milano nel 1965, al momento della sua massima espansione nu-
merica, giunse a comprendere, infatti, un 37% di nati in paesi del Nord Africa o del
Medio Oriente su ottomila cinquecento iscritti. Cfr. S. Della Pergola, La Comunità ebraica
di Milano: tendenze socio-demografiche passate, presenti e future, in M. Paganoni (a cura
di), Per ricostruire e ricostruirsi. Astorre Mayer e la rinascita ebraica tra Italia e Israele,
Franco Angeli, Milano, 2010, pp. 59-73, a p. 61.
71 Sull’insieme di questi flussi e sull’apporto delle diverse immigrazioni mediorientali
alla comunità milanese cfr. R. Hamaui, Ebrei a Milano, cit., pp. 222-239. Per l’intero
contesto italiano, oltre ai riferimenti indicati nel paragrafo introduttivo, cfr. M. Toscano,
Gli ebrei nell’Italia repubblicana, in M. Flores, S. Levis Sullam, M.-A. Matard-Bonucci,
E. Traverso (a cura di), Storia della Shoah in Italia. Vicende, memorie, rappresentazioni,
vol. II, Memorie, rappresentazioni, eredità, Utet, Torino, 2010, pp. 185-218, a p. 198; R.
Calimani, Storia degli ebrei italiani, vol. III, Nel XIX e nel XX secolo, Mondadori, Milano,
2015, pp. 697-698.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)