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                i contributi, non vi è dubbio, tuttavia, che, per quanto riguarda il tea-
                tro italiano, i rapporti con le autorità politiche passarono principal-
                mente attraverso l’Unione delle comunità israelitiche e il loro presi-
                dente Sergio Piperno, un alto magistrato d’origini romane, eletto pro-
                prio nel corso del 1956 e destinato a presiedere l’Ucii per cinque suc-
                cessivi mandati, fino alla morte sopraggiunta nel 1976 . Un uomo so-
                                                                    51
                prattutto – ed è importante sottolinearlo in questa sede – che si mosse
                con notevole energia, ben coadiuvato dal segretario dell’Unione Giulio
                Anau e dal vicepresidente Renzo Levi, ma anche, per indole personale
                e  formazione  culturale  “risorgimentale” ,  con  grande  comprensione
                                                       52
                per le necessità politiche dello Stato italiano, moderando quanti, all’in-
                terno del mondo ebraico, avrebbero desiderato una più recisa azione
                da parte italiana, sottolineando sempre, al contrario, come essa fosse
                stata ferma, energica e generosa da parte delle autorità diplomatiche
                e consolari presenti in Egitto e di quelle burocratico-amministrative in
                patria, di fronte al concreto afflusso dei profughi .
                                                               53
                   In realtà, nonostante il giudizio di Piperno e dei vertici dell’Ucii, le
                iniziative di sensibilizzazione nei confronti della società, degli ambienti
                politici e del governo italiano diedero risultati abbastanza contradditori.
                Se, come visto, in Italia vi fu inizialmente un’ondata di simpatia per i
                profughi ebrei al momento delle espulsioni, essa si rivelò di breve du-
                rata, lasciando il posto a sentimenti meno definiti, mentre la loro sorte
                veniva ben presto oscurata dalla più massiccia mobilitazione in favore
                degli esuli ungheresi . In ambito politico, particolarmente simpatetici
                                    54
                nei  confronti  degli  ebrei  d’Egitto  e  delle  loro  traversie  si  mostrarono


                Francia nell’azione di soccorso ai profughi ebrei vedi la sua lettera al presidente dell’Ucii,
                Sergio Piperno, del 10 dicembre 1956, ivi.
                   51  Sulla presidenza Piperno cfr. G. Schwarz, Ritrovare se stessi, cit., pp. 41-42. Più
                in  generale  sulla  sua  figura  cfr.  il  fascicolo  monografico  de  «La  Rassegna  mensile  di
                Israel», 51, 3 (1985), Scritti in memoria di Sergio Piperno Beer, e, soprattutto, il breve
                profilo biografico di G. Piperno Beer, Mio padre, ivi, pp. 308-310.
                   52  A questo proposito cfr. G. Fubini, Sergio Piperno Beer, un ebreo risorgimentale, ivi,
                pp. 313-314.
                   53  Scriveva, a tal proposito, Piperno al presidente della comunità di Milano, Giuseppe
                Ottolenghi, il 22 gennaio 1957, replicando a una lettera di quest’ultimo del 10 gennaio
                precedente, molto critica verso il governo italiano e quella che veniva definiva «se non
                l’acquiescenza, una certa accondiscendenza dell’Unione» nei suoi confronti: «Noi, come
                italiani, dobbiamo sentirci orgogliosi di tutto quanto quello che ha fatto il Governo a
                favore degli Ebrei d’Egitto concedendo, con una larghezza ignota agli altri Paesi d’Eu-
                ropa, visti di transito, prolungabili in misura molto superiore al normale, per migliaia
                di ebrei apolidi». Entrambe le lettere sono in Archivio Ucei 1948-1956, b. 146, fasc. 43-
                11 Espulsi dall’Egitto a causa del conflitto del 1956, s.f. Varie.
                   54  Circa questa percezione cfr. la lettera di Angelo Sullam ad Anau, dell’8 dicembre
                1956, ivi, s.f. Varie. Sulle conseguenze determinate dall’arrivo dei profughi ungheresi
                sulla struttura d’accoglienza italiana cfr. M. Sanfilippo, I campi in Italia nel secondo do-
                poguerra, «Meridiana», 86 (2016), pp. 41-56 a p. 45.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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