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Studenti senza terra: la diaspora palestinese in Italia, tra solidarietà, politica... 71

persistente discriminazione nei territori occupati hanno motivato ge-
nerazioni di palestinesi a lasciare le proprie terre d’origine .
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Nel maggio del 1948, non appena Israele dichiarò la propria indipen-
denza e il mandato britannico in Palestina cessò di esistere, l’espan-
sione territoriale israeliana sulle aree designate come arabe si materia-
lizzò sotto forma di violenza, occupazione militare ed espulsione. Entro
la fine dello stesso anno, 726 mila palestinesi – circa il 70% della popo-
lazione palestinese di quel tempo – si videro costretti a lasciare i territori
controllati da Israele, che ormai comprendevano quasi l’80% della Pale-
stina mandataria. Ai profughi fuggiti dal conflitto fu negato il ritorno in
patria, ma molti di loro non tentarono nemmeno di raggiungere le pro-
prie terre sotto occupazione straniera . Solo in pochi raggiunsero l’Italia
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o l’Europa, tuttavia. Gran parte degli esuli trovò inizialmente rifugio in
Cisgiordania, nella Striscia di Gaza e nei paesi arabi limitrofi, come
Giordania, Libano, Egitto e Siria. Buona parte della diaspora si coagulò
quindi attorno ai campi profughi gestiti dalla United Nations Relief and
Works Agency for Palestine Refugees in the Near East (Unrwa), l’agenzia
delle Nazioni Unite creata per offrire assistenza ai rifugiati palestinesi.
La presenza palestinese in Italia rimase ancora, almeno fino al 1967,
molto sporadica e limitata a qualche uomo d’affari, rari studenti e poche
famiglie benestanti che già prima della seconda guerra mondiale si
erano stanziate nella penisola .
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Fu il secondo, tragico evento del conflitto israelo-palestinese – la
Guerra dei sei giorni – a esercitare un impatto più diretto sull’esodo
palestinese verso l’Europa. Come noto, Israele invase Gerusalemme
Est, la penisola del Sinai, la striscia di Gaza, la Cisgiordania e le alture
del Golan; un’area tre volte più grande di Israele stesso. Immediata-
mente vi costruì insediamenti e instaurò un regime discriminatorio e
repressivo ai danni dei palestinesi. L’occupazione e la confisca delle
terre fecero da preludio a quella che Ilan Pappé ha definito una cam-
pagna di «giudaizzazione» . D’altro canto, va ricordato che le forze
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3 Si fa riferimento alla definizione di William Safran, cfr. W. Safran, Diasporas in
Modern Societies: Myths of Homeland and Return, «Diaspora: A Journal of Transnational
Studies», A. 1, n. 1 (1991), pp. 83-99. Riguardo i palestinesi, si vedano F.P. Albanese,
L. Takkenberg, Palestinian Refugees in International Law, Oxford University Press, Ox-
ford, 2020, p. 270; R. Cohen, Global Diasporas: An Introduction, Routledge, London,
2001, p. 3.
4 Committee on the Exercise of the Inalienable Rights of the Palestinian People, The
Origins and Evolution of the Palestine Problem: 1917-1988, United Nations, New York,
1990.
5 C. Caruso, Nazionalità: indeterminata. Voci della diaspora palestinese in Italia, Rub-
bettino, Soveria Mannelli, 2009, pp. 42-57.
6 I. Pappé, Storia della Palestina moderna. Una terra, due popoli, Einaudi, Torino,
2005, pp. 226-250.

Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)