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                salato in quantità moderata e «purché non sene facci tutto il pasto,
                come sogliono fare i poveri»: sarde (anchiovi), alici, uovo di tonno, bot-
                targa, caviale, e simili, erano esempi di pesce conservato di forte con-
                notazione popolare, in grado di garantire un minimo di apporto pro-
                teico alle fasce più deboli della popolazione, ma al tempo sicuramente
                di ampio consumo .
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                   Dichiara  invece  di  aver  «fatto  bandire  per  tutto  questo  regno»  il
                farro, «il quale è più tosto farina di orzo con le scorze, pieno di polvere
                et spesso ancora di ragne et ragni, et di formiche vive et morte, scara-
                fagghi et di mille altre poltronarie», purtroppo destinato prevalente-
                mente  ai  pazienti  poveri,  tanto  che  Ingrassia  si  meraviglia  che  non
                muoiano subito con preparati «di quelle bruttezze» . Si tratta di indi-
                                                                 65
                cazioni interessanti che testimoniano attenzione e preoccupazione per
                la qualità e la salubrità degli alimenti, specie se si trattava di ingre-
                dienti di medicamenti o se utilizzati dalla povera gente: ad esempio lo
                zucchero, alimento «assai importante per la vita nostra et salute degli
                ammalati», che i padroni dei trappeti spesso mescolavano con la calce,
                alterandone la qualità in modo assai pericoloso per la salute. Già in
                altre occasioni – nella convinzione che la «corrottione de’ cibi» agisse
                da concausa nella diffusione delle epidemie – aveva sollecitato controlli
                sulla buona qualità del pane («a Palermo non vi si trova pane buono»),
                spesso preparato con frumento bagnato, comminando «irremissibile
                castigo a quelli che vi mettono acqua, acciò cresca il formento» .
                                                                             66
                   Indubbiamente la sua attitudine è quella del medico e con questo
                habitus si avvicina al cibo senza mai dimenticare che lo scopo di una
                corretta  alimentazione  è  di  prevenire  la  malattia,  predisponendo  il
                corpo a reagire nel modo migliore alla sua minaccia e mantenendolo
                pertanto in salute. Non ci sono insomma fughe in avanti, e il suo in-
                segnamento si connette alla tradizione, pur con una certa elasticità e
                con lo sguardo rivolto alla concretezza della realtà, aspetto questo co-
                munque rilevante che accorcia le distanze tra abitudini alimentarsi e
                discorsi medici sul cibo.  D’altra parte, Ingrassia – come si è detto – si
                colloca in una fase di generale reinterpretazione dei dogmi del passato,
                ma il suo stile pur austero e rigoroso lo mantiene in una posizione di


                Mafrici (a cura di), Storie connesse. Forme di vita quotidiana fra Spagna e Regno di Napoli
                (secoli XVI-XVIII), Guida, Napoli, 2018, pp. 103-118; e di G. Sodano, Alla tavola del no-
                bile. Il cibo nell’uso sociale dell’aristocrazia napoletana dell’età moderna, «Archivio sto-
                rico per le province napoletane», vol. CXXXVI/2018, pp. 99-115.
                   64  Cfr. M. Sentieri, Cibo e ambrosia: storia dell’alimentazione mediterranea tra caso,
                necessità e cultura, Dedalo, Bari, 1993, pp. 215-217.
                   65  G.F. Ingrassia, Informatione cit., parte IV, cap. XXXIV, p. 621 [195].
                   66  Id., Trattato assai bello e utile di doi mostri nati in Palermo… Aggiontovi un ragio-
                namento fatto in presenza del magistrato sopra le infermità epidemiali e popolari successe
                nell'anno 1558 in detta città, Palermo, G.M. Mayda, 1560, cc.nn.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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