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282 Antonio Mursia
monastici nell’isola avvenne su iniziativa del comes, forte anche della con-
cessione dell’Apostolica Legazia ricevuta dal pontefice Urbano II: questo
istituto permise, infatti, a Ruggero I e ai suoi successori di intervenire in
maniera diretta e insindacabile sulla nomina in Sicilia di vescovi e ab-
bati . La costituzione dei monasteri rappresentò, così, un importante
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strumento di affermazione signorile in una terra di recente conquista,
funzionale, altresì, alla costruzione del prestigio personale di Ruggero I.
A Catania, per esempio, il comes pose il monaco bretone Ansgerio alla
guida dell’abbazia di sant’Agata e del vescovato etneo, concedendogli, nel
contempo, poteri temporali sulla medesima città nonché sul castello di
Aci . L’abate fu uno dei suoi più fidati collaboratori, come è possibile
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rilevare da alcuni atti emessi dalla cancelleria comitale in cui appare la
sottoscrizione del vescovo catanese .
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Il progetto avviato da Ruggero I non si esaurì dopo la sua scomparsa,
ma continuò a essere perseguito dai dominatores normanni durante il XII
secolo. A partire dal 1134, pure Adelicia, mossa da un intreccio di inte-
ressi politici e religiosi, iniziò a effettuare concessioni alle Chiese di Cata-
nia e di Cefalù, servendosi dei monaci benedettini e agostiniani per per-
seguire il riordino territoriale all’interno dei suoi possedimenti e per con-
solidare il suo potere signorile a Collesano, Caltavuturo, Polizzi e
Adrano . A metà degli anni Trenta del XII secolo, concesse all’abbazia di
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sant’Agata di Catania la chiesa di santa Maria de Robore grosso, vasti
of Muslim in Norman Sicily?, «Byzantinische Forschungen Internationale Zeitschrift fur
Byzantinistik», 21 (1995), pp. 137-157. Per quanto concerne il monachesimo di tradi-
zione latina, benché datato, fondamentale rimane il lavoro di L.T. White, Latin Monasti-
cism in Norman Sicily, Cambridge University Press, Cambridge 1938 (trad. italiana: Il
monachesimo latino nella Sicilia normanna, Dafni, Catania 1984). Sulla chiesa latina cfr.
G.A. Loud, The Latin Church in Norman Italy, Cambridge University Press, Cambridge
2007.
20 Sull’Apostolica Legazia cfr. S. Fodale, Comes et legatus Siciliae. Sul privilegio di
Urbano II e la pretesa Apostolica Legazia dei Normanni in Sicilia, U. Manfredi Editore,
Palermo 1970; Id., L’apostolica legazia e altri studi su Stato e chiesa, Sicania, Messina
1991; S. Vacca (a cura di), La Legazia Apostolica. Chiesa, potere e società in Sicilia in età
medievale e moderna, Salvatore Sciascia Editore, Caltanissetta 2000.
21 Sul dominio dell’abate di s. Agata di Catania, cfr. H. Bresc, Dominio feudale, con-
sistenza patrimoniale e insediamento umano, in G. Zito (ed.), Chiesa e società in Sicilia.
L’età normanna, Atti del I convegno internazionale della Arcidiocesi di Catania (Catania
25-27 novembre 1992), SEI, Torino 1995, pp. 91-107.
22 Cfr. J. Becker, Documenti latini e greci del conte Ruggero I di Calabria e Sicilia,
Viella, Roma 2013, pp. 92-94, e passim.
23 Per la diocesi di Cefalù cfr. F. Giunta, Il ruolo di Cefalù nella storia della domina-
zione normanna in Sicilia, in Atti della Tavola rotonda sul Duomo di Cefalù (Cefalù, 30-
31 agosto 1977), Centro di Cultura, Cefalù 1979, pp. 14-23, e A. Alfano, La diocesi di
Cefalù tra alto e basso medioevo: dati storici e archeologici a confronto, «Notiziario ar-
cheologico della Soprintendenza di Palermo», II (2016), pp. 1-39. Per la diocesi di Catania
cfr., invece, A. Longhitano, La parrocchia nella Diocesi di Catania, prima e dopo il Concilio
di Trento, Edizioni Grafiser, Troina-Catania 2017 2 .
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)