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                vrais sentiments qu’ils doivent professer. Elle s’accordera pour cet objet avec
                Sa Sainteté, n’ayant rien plus à cœur que de voir le Concordat Français deve-
                nir la seule base de la conduite de tous les Évêques 61 .

                   Roma considererà queste assicurazioni ambigue (perché non si ga-
                rantisce il ripudio della Costituzione civile) e non sufficienti, e le trat-
                tative attraverseranno un momento di breve ma acuta crisi.
                   La nota si conclude con la promessa che verrà preparata un’acco-
                glienza degna del capo della Chiesa, che la lettera d’invito sarà scritta
                «telle qu’elle [Sa Sainteté] la désire»  e consegnata dal cardinale Fesch
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                o da due vescovi francesi e che il cerimoniale sarà rispettato. In merito
                alla data della funzione, l’imperatore vorrebbe fosse il 9 novembre (18
                brumaio), anniversario del colpo di Stato, o nei giorni successivi.
                   Nella lettera particolare scritta a Talleyrand in accompagnamento
                al progetto di risposta, Bernier aveva esposto la necessità di portare
                avanti e concludere le trattative a Roma e non a Parigi, poiché «l’envoi
                des courriers et la multiplicité des objections rendraient la chose in-
                terminable» . Tale osservazione è accolta dal governo, che incarica il
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                cardinale Fesch di negoziare nella città del papa. Le proposte avanzate
                da Bernier diventano le istruzioni dell’ambasciatore, e per questo mo-
                tivo è sembrato giusto soffermarsi di più sui vari passaggi della nota
                del 18 luglio.


                3. Le trattative ufficiali

                   Il 1° agosto 1804 Fesch comunica a Consalvi di esser stato incari-
                cato dall’imperatore di portare avanti i negoziati ufficiali per il viaggio
                del papa a Parigi . Con il cardinale segretario di Stato le trattative
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                occuperanno tutto il mese d’agosto, con lunghe ed estenuanti riunioni.
                Il francese (che non era un diplomatico di mestiere) mostrerà insoffe-
                renza per le lungaggini e tortuosità dell’affare e per il susseguirsi di
                «mortelles conférences», con le loro «questions incidentes qui renais-
                sent successivement sous toutes les formes» . Le note diplomatiche
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                   61  Nota di Charles-Maurice de Talleyrand a Giovanni Battista Caprara, Parigi, 18
                luglio 1804, ivi, pp. 589-590. Il corsivo è mio.
                   62  Nota di Charles-Maurice de Talleyrand a Giovanni Battista Caprara, Parigi, 18
                luglio 1804, ivi, p. 590.
                   63  Lettera particolare di Étienne-Alexandre Bernier a Charles-Maurice de Talleyrand,
                Parigi, 8 luglio 1804, A. Theiner, Histoire des deux Concordats cit., v. 2, p. 127.
                   64  Cfr. nota di Joseph Fesch a Ercole Consalvi, Roma, 1° agosto 1804, ivi, p. 136.
                   65   Dispaccio  di  Joseph  Fesch  a  Charles-Maurice  de  Talleyrand,  Roma,  13  agosto
                1804, ivi, p. 150. Riguardo al modo di lavorare delle congregazioni romane durante le
                trattative concordatarie, T. Lentz, Le Grand Consulat cit., p. 448, scrive: «On discuta, on
                ergota, on joua sur les mots, comme doivent le faire les diplomates, mais à la manière



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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