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304 Patrizia Sardina
Il 25 gennaio 1352 Simone Chiaromonte, figlio di Manfredi II, e il
cugino Manfredi III, capitano di Lentini, giunsero a Palermo. Gettata
la maschera, Lorenzo Murra unì le sue forze a quelle dei Chiaromonte
e insieme iniziarono a eliminare i nemici, seguiti dal vulgus. Francesco
II riuscì a lasciare la città, i suoi soldati trovarono la porta sbarrata e
furono catturati e uccisi crudeliter. I Chiaromonte ottennero la vittoria
e il dominio della città, la notizia fu comunicata in diversi luoghi e terre
della Sicilia da loro controllati e festeggiata con grandi luminarie .
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In linea con la cultura trecentesca che forgiò l’immagine della tiran-
nide come emblema del cattivo governo , Pietro IV d’Aragona e la moglie
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Eleonora, sorella di re Ludovico, bollarono come tiranni i Chiaromonte e
i Palizzi. In una lettera del 19 gennaio 1352 Pietro IV li definì tiranni con
varie espressioni («dictorum tirannorum», «magnatum tirannorum», «ini-
quorum magnatum») e affermò che un «regimen pacificum» si sarebbe
potuto raggiungere solo attraverso lo sterminio dei tiranni. Lo stesso
giorno il re d’Aragona informò Rambau de Corbera, governatore della Sar-
degna, che la città e il capitano di Palermo, «foragitada tota senyoria dels
tirans de Claromonte et de Palici», avevano eletto i nuovi ufficiali . Il 20
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gennaio la regina Eleonora definì sovversiva l’azione dei Chiaromonte e
dei Palizzi contro il re, portata avanti con le armi («armata manu»), i di-
scorsi («sermonibus fraudolentis») e gli intrighi («falsis machinacionibus»),
per sedurre il popolo e instaurare la tirannide .
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Ancora una volta diplomazia matrimoniale e sodalizi politici proce-
devano di pari passo e furono concordate le nozze tra Simone Chiaro-
monte e Venezia Palizzi, figlia del conte Matteo, per cementare ulte-
riormente il legame tra le due casate . La violenta eliminazione di
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Matteo, della moglie Margherita e di alcuni figli, avvenuta a Messina
nel luglio del 1353 e descritta con dovizia di particolari dal cosiddetto
Michele da Piazza , e la morte del conte Manfredi II Chiaromonte mi-
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sero a dura prova l’alleanza politico-matrimoniale.
decrets de nova planta, XVII Congrés d’Història de la Corona d’Aragó (Barcelona- Poblet-
Lleida, 7-12 setembre del 2000), Universitat de Barcelona, Barcelona, 2003, vol. II, pp.
395-400.
46 Michele da Piazza, Cronaca cit., pp. 130-133; Asp, Miscellanea archivistica, I, reg.
222, cc. 16v-17v.
47 L. Tanzini, Il consenso nelle assemblee cittadine dell’Italia comunale, in M.P. Al-
berzoni, R. Lambertini (a cura di), Costruire il consenso. Modelli, pratiche, linguaggi (se-
coli XI-XV), Vita e Pensiero, Milano, 2019, p. 219. Sull’argomento, cfr. A. Zorzi (a cura
di), Tiranni e tirannie nel Trecento italiano, Viella, Roma, 2013; F. Pirani, Libertà e tiran-
nide nella Marca anconetana del Trecento, in A. Zorzi (a cura di), La libertà nelle città
comunali e signorili italiane, Viella, Roma, 2020, pp. 151-176.
48 Aca, Canc., reg. 1140, c. 52r.
49 Aca, Canc., reg. 1565, cc. 2v-4v.
50 A. Marrone, Repertorio della feudalità cit., p. 137.
51 Michele da Piazza, Cronaca cit., pp. 163-166.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)