Page 42 - 1
P. 42
310 Patrizia Sardina
cercato per vent’anni la sua strada nella Sicilia orientale, alternando
successi a cocenti sconfitte, nel 1367 l’ammiraglio Manfredi III si era
trasferito a Palermo dove ottenne la sua riscossa e toccò l’apogeo della
sua carriera politica . Preoccupato per le trattative tra re Federico IV
81
e Giovanna I di Napoli, il re d’Aragona Pietro IV inviò ad Avignone il
domenicano Bernat Ermengau per pregare papa Urbano V di non ap-
provare il trattato e il 10 gennaio 1367 spedì lettere a Manfredi III,
82
Giovanni III e Matteo Chiaromonte, per informarli che il trattato «in
dicti regis perniciem, opprobrium et discrimen fore factum» e invitarli
a opporsi alla sua applicazione («velitis totis conatibus partes vestras
opponere et viriliter resistere»)
83
Nel 1375 la dote consegnata dal padre a Eufemia fu stimata 5.300
fiorini (1.200 onze). Oltre due terzi del valore totale della dote (3.635
fiorini) consistevano in preziosi capi d’abbigliamento da utilizzare in
occasione delle nozze. Si trattava di un cipresius (lunga sopravveste),
un mantello d’oro foderato di pelliccia di vaio, un paio di maniche con
perle, un capuceus con perle del peso di 15 once e mezzo, una cayola
(cuffia) con perle, una ghirlanda con grandi perle, un costosissimo cor-
petto di perle, una sambuca (sella femminile) con applicazioni e staffe
d’argento dorato . Abbondavano le perle, che erano considerate nel
84
Trecento “le regine delle gemme” perché conferivano luminosità al
viso , ma in Sicilia, secondo le leggi suntuarie, potevano essere por-
85
tate solo dalle spose . Di certo, Eufemia utilizzò la preziosa sella, sti-
86
mata 300 fiorini, per cavalcare a fianco del marito Manfredi III lungo
le strade di Palermo, durante un corteo nuziale simile a quello per le
nozze di Elena e Paride, dipinto nella trave IX B del soffitto ligneo della
Sala Magna dello Steri di Palermo .
87
Commissionato proprio in quegli anni da Manfredi III, il soffitto fu
dipinto tra il 1377 e il 1380 da Cecco di Naro, Simone da Corleone e
Pellegrino de Arena di Palermo. Quindi, l’opera fu realizzata dopo la
81 P. Sardina, Potere signorile, consenso, dissenso e controllo del territorio nella Sicilia del
Trecento: l’esempio dei Chiaromonte, in M.P. Alberzoni, P. Sardina (a cura di), Potere, governo,
opposizione politica e rivendicazioni socio-economiche nel Mediterraneo medievale, Officina di
Studi medievali, Palermo, 2021, (Quaderni di Mediaeval Sophia, 1), p. 183.
82 S. Fodale, Su l’audaci galee cit., p. 186.
83 Aca, Canc., reg. 1079, cc. 4v-5r.
84 G. Bresc-Bautier, H. Bresc, Une maison de mots. Inventaires de maisons, de bou-
tiques, d’ateliers et de châteaux de Sicile (XIIIe-XVe siècles), Mediterranea. Ricerche sto-
riche, Palermo, 2014, vol. VI, p. 1639, voce cayula; p. 1642, voce chiprensis; p. 1701,
voce sabbuca.
85 M.G. Muzzarelli, Gli inganni delle apparenze. Disciplina di vesti e ornamenti alla
fine del Medioevo, Paravia, Torino, 1996, p. 64.
86 R. Gregorio (a cura di), Bibliotheca Scriptorum qui res in Sicilia gestas sub Arago-
num imperio retulere, vol. II, Panormi, 1792, pp. 530-532.
87 F. Vergara Caffarelli (a cura di), Il soffitto dello Steri di Palermo. Rilievo fotogram-
metrico digitale, Regione Siciliana, Firenze, 2009, trave IX B (pp. 57 e 101, n. 204).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)