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I Chiaromonte tra Ventimiglia e Palizzi 313
balzi (acconciature a turbante), o bende di lino e seta che avvolgono le
guance, le tempie e la fronte , corone d’oro, ghirlande di fiori, cappelli,
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cerchietti d’oro con perle e gemme per fermare i capelli. Sotto la corona
di Isolda, s’intravede una reticella di seta.
Sul versante biografico, gli abiti descritti nel corredo di Eufemia
trovano riscontro in quelli indossati da personaggi biblici, storici e let-
terari del mondo antico e medievale. I mantelli di Susanna ed Elena di
Troia sono simili al mantello d’oro e pelliccia di Eufemia . La moglie
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di Manfredi III cavalcava su eleganti selle, al pari di Isotta, Elena di
Troia ed Elena di Narbona 100 , e indossava cipriane, maniche staccabili
e ghirlande con perle, come le dame del soffitto 101 .
Nel testamento del 1386 Francesco II Ventimiglia lasciò a Eleonora,
ancora nubile, una dote di paraggio di 1000 onze in denaro (prove-
niente dalle rendite di Termini), oggetti preziosi e corredo. Se fosse de-
ceduta senza figli, nel suo testamento, Eleonora avrebbe potuto di-
sporre soltanto di 200 onze, il resto sarebbe stato utilizzato dagli ese-
cutori testamentari per dotare fanciulle orfane. Quaranta giorni dopo
il funerale del padre, Eleonora si sarebbe dovuta trasferire dal castello
di Castelbuono a in quello di Gratteri e rimanervi fino al matrimonio,
mantenuta dal fratello Antonio. Di contro, Francesco II aveva concesso
a Eufemia, moglie di Manfredi III, la facoltà di disporre dell’intera dote
di 1.200 onze anche se fosse morta senza figli 102 .
Eufemia e Manfredi III ebbero cinque figlie, per le quali il potente
padre progettò matrimoni strategici e prestigiosi. Nel 1388 la primoge-
nita Elisabetta sposò Nicola Peralta, figlio del vicario Guglielmo, conte
di Caltabellotta, mossa che rafforzò il vicariato collettivo 103 . Per la se-
condogenita, Manfredi III riuscì a organizzare un matrimonio di re-
spiro internazionale con il re di Napoli Ladislao, esponente della dina-
stia francese degli Angiò-Durazzo, allora in lotta con il ramo Angiò-
Provenza. Quando il 15 agosto 1390 Costanza, a soli 12 anni, sposò
Ladislao di Durazzo 104 , la soddisfazione e l’orgoglio di Manfredi III
erano ormai alle stelle, così nel testamento del 1390 qualificò la figlia
come regina di Ungheria, Gerusalemme e Sicilia.
98 Ivi, pp. 353-355.
99 F. Vergara Caffarelli (a cura di), Il soffitto dello Steri cit., trave II A (p. 86, n. 12);
trave IX A (p. 100, n. 55); trave IX B (p. 101, n. 204); trave III B (p. 89, n. 168).
100 Ivi, trave II A (p. 86, n. 12); trave IX A (p. 100, n. 55).
101 Ivi, trave I B (p. 85, n. 154); trave IX B (p. 101, n. 204); trave III B (p. 89, n. 168).
102 O. Cancila, Castelbuono medievale e i Ventimiglia cit., pp. 83-86.
103 M.A. Russo, I Peralta e il Val di Mazara nel XIV e XV secolo, Salvatore Sciascia
Editore, Caltanissetta-Roma, 2003, pp. 411-415.
104 L. Sciascia, Tutte le donne del reame, Palermo University Press, Palermo, 2019, p. 93.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)