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sulle spalle di entrambi, con Michele, primogenito dell’imperatore bi-
zantino Andronico Paleologo: un rimprovero tutt’altro che velato, che
contiene anche la minaccia di un’alleanza con Cistantinopoli . Solo
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quando le pressioni esercitate su Costanza per farle lasciare la Sicilia
avranno effetto il matrimonio tra Violante e Roberto d’Angiò, duca di
Calabria e dal febbraio del ‘97 vicario del Regno sarà concluso. Cele-
brato a Roma il successivo 23 marzo con grande sfarzo, in presenza
di Bonifacio VIII, che aveva promesso una dote di mille marchi d’ar-
gento e di Giacomo, il matrimonio, brevissimo, si rivelerà felice, al
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punto che il cardinale Gerardo da Parma considerava Roberto total-
mente dominato dalla moglie. Violante aveva conquistato anche il
suocero, che per le spese del suo hospicium le aveva concesso la città
di Foggia e parlava con entusiasmo delle sue virtù a Bonifacio VIII:
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e il papa, pur mostrandosi infastidito e annoiato non riusciva a re-
plicare con parole mordaci, come avrebbe desiderato . Nel ‘98 nasce
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il primogenito, Carlo. Una lettera di Costanza a Giacomo, data da
Roma il 1 febbraio 1298 parla, con una ricchezza di dettagli che la-
sciano intuire una grande tenerezza materna, dell’andamento della
gravidanza di Violante .
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Intanto l’offensiva militare in Sicilia continuava: alla dura sconfitta in-
flitta ai siciliani a Capo d’Orlando da Giacomo aveva fatto seguito l’occu-
pazione angioina di Catania, consegnata da Virgilio di Scordia, di antichi
trascorsi guelfi e recente forte legame con Ruggero di Lauria. A Catania
si stabilisce Violante , e qui mette al mondo un secondo figlio, Ludovico:
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per lui viene assunta come balia una giovane catanese, Filippa, che in
seguito avrà un’irresistibile ascesa a corte, e una tragica fine ma cono-
scerà l’immortalità letteraria grazie a Giovanni Boccaccio .
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30 Ivi, p. 53.
31 Ivi, vol. I, pp. 85, 91. Finke nota che la somma viene annotata come non pagata
ancora per molti anni.
32 C. Minieri Riccio, Studi storici fatti sopra 84 registri angioini dell’Archivio di Stato
di Napoli, Rinaldi e Sellitto, Napoli, 1876, p. 23.
33 R. Caggese, Roberto d’Angiò e i suoi tempi, Bemporad, Firenze, 1922, pp. 9, 13 sgg.
34 H. Finke, Acta Aragonensia cit., vol. I, p. 55: «V sunt menses elapsi, et sextum
nuper intravit, et…iam est mensis et ultra quod prolem vivum senciit».
35 Nicolò Speciale, Historia Sicula cit., pp. 404, 413 ss., L. Sciascia, Le donne e i
cavalier, gli affanni e gli agi. Famiglia e potere in Sicilia fra XII e XIV secolo, Sicania,
Messina, 1993, p. 185.
36 Governante dei figli e delle nipoti di Roberto, consigliera e quasi madre per la
regina Giovanna, sospettata di coinvolgimento nell’assassinio di Andrea d’Ungheria,
morì in carcere per le sevizie subite prima di arrivare al patibolo: v. la voce di I. Walter,
Filippa da Catania, in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Trec-
cani, Roma, 1997, vol. 47; inoltre R. Smurra, Una storia di ‘integrazione’ nella Napoli
angioina, «Ricerche di Pedagogia e Didattica», 6/1 (2011), pp. 1-36.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)