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Sulle tracce delle principesse migranti. Un dossier siciliano    681


                       Ma la guerra continua con alterne vicende e la resistenza di Federico
                    e dei siciliani non si piega. Un episodio raccontato da Nicolò Speciale,
                    mette in luce e definisce il ruolo di Violante in questo cruciale momento.
                    Ruggero di Lauria, ormai anima dell’armata angioina, era stato costretto
                    a lasciare Catania per recarsi a Napoli: nel partire aveva raccomandato a
                    Roberto e ai suoi di non lasciarsi tentare da colpi di mano contro i nemici,
                    per quanto brillanti, vantaggiosi o facili potessero apparire. Tra Catania
                    ed Enna sorgeva il maestoso castello rupestre di Gagliano, in forte posi-
                    zione strategica, tenuto dai siciliani guidati da un cavaliere aragonese le-
                    gato a Blasco d’Alagona, Muntaner de Sos. Costui, che aveva un prigio-
                    niero angioino, decise di provare a tendere una trappola al duca di Cala-
                    bria: confidò al suo prigioniero di avere scrupoli religiosi, di temere per la
                    sua anima, e che volentieri avrebbe consegnato il castello, altrimenti ine-
                    spugnabile, nelle mani del duca.
                       Il prigioniero scrive al duca: molti suggeriscono di diffidare, fanno
                    presente l’avara povertà di Catalogna, ben nota già prima di Dante, il
                    cardinale Gerardo da Parma ricorda il consiglio di Ruggero di Lauria,
                    ma i «falchi» francesi insistono. Infine si decide di richiedere la pre-
                    senza del Sos, ma questi, dicendo che non può lasciare il castello, invia
                    un nipote: le richieste del giovane vengono accettate, e un gruppo di
                    nobili, tra cui il precedente signore del castello, Tommaso da Procida,
                    figlio di Giovanni, si appresta a recarsi a Gagliano insieme al duca.
                    Svegliano il duca, comunicandogli le novità, Violante chiede di che si
                    tratta e saputolo abbraccia il marito, scongiurandolo di non recarsi a
                    Gagliano, gli fa presente che una vittoria ottenuta con l’inganno non
                    gli avrebbe dato nessuna gloria e che non era il caso di correre tanti
                    rischi per un’impresa così modesta. Roberto, convinto dalle ragioni ma
                    soprattutto commosso dall’amore di sua moglie rinuncia a recarsi a
                    Gagliano, e affida il comando a Gautier de Brienne. La vicenda si ri-
                    solve in un disastro per i francesi, e in una clamorosa vittoria per Bla-
                    sco d’Alagona. Muntaner de Sos e i suoi eredi, radicati in Sicilia, ri-
                    marranno a lungo signori di Gagliano, mentre colui che aveva involon-
                    tariamente attirato in trappola i suoi si tolse la vita sbattendosi la testa
                    al muro . Speciale attribuisce i timori di Violante all’amorosa appren-
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                    sione di una moglie innamorata, ma Violante conosceva certamente
                    Muntaner de Sos e il suo stretto legame con Blasco d’Alagona e si ren-
                    deva conto con chiarezza dell’ improbabilità del suo messaggio: non si


                       37  Nicolò Speciale, Historia Sicula cit., p. 422 ss. Su Muntaner de Sos e i suoi dis-
                    cendenti, A. Marrone, Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390), Mediterranea. Ri-
                    cerche storiche, Palermo, 2006, p. 401.


                                               Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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