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                adulterina del re d’Aragona con la nobildonna valenzana Giraldona
                Carlino. A lei, sposata con il «magnifico uomo» Gaspare Revertit di Bar-
                cellona, si rivolse infatti nel 1444 il Magnanimo per disporre che ve-
                nisse a Napoli essendo – scrive espressamente il sovrano – «la madre
                dell’illustre e caro nostro figlio Ferrante d’Aragona» , che nella città
                                                                   10
                partenopea su ordine del padre si era già trasferito. Giraldona venne
                fatta alloggiare da Alfonso in Castel Capuana insieme con il marito e
                con la madre e per consentirle di condurre un’esistenza agiata rice-
                vette una dotazione annua di 6.000 ducati da riscuotersi dal gettito
                fiscale della città di Maratea. Poco dopo la sua ascesa al trono di Na-
                poli, questa prebenda venne confermata alla madre dallo stesso Fer-
                rante, che le conferì inoltre la carica di governatrice di Maratea e vi
                aggiunse altri 400 ducati annui di provvigione sulle terre di Policastro,
                Tortorella e Lagonegro .
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                   Partito nel 1432 dalla Spagna per riprendere la spedizione che lo
                avrebbe portato dieci anni più tardi alla conquista del Regno di Napoli,
                Alfonso lasciò il figlio a Valenza. Nel 1436, mentre era in corso da un
                anno la guerra contro Renato d’Angiò – erede designato da Giovanna
                II al trono napoletano – il re d’Aragona, decise di fare venire a Gaeta,
                dove aveva stabilito il suo quartiere generale, Ferrante insieme con la
                matrigna Maria di Castiglia e il suo precettore Ximenez Perez de Co-
                rella, governatore dello Stato di Valenza . Inviò perciò una lettera per
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                manifestare la propria volontà alla moglie Maria, che avrebbe dovuto
                lasciare al cognato Giovanni la carica di luogotenente degli Stati iberici
                della Corona d’Aragona. Per sopraggiunti problemi di carattere poli-
                tico, l’ordine del Magnanimo non venne però subito eseguito e sareb-
                bero dovuti trascorrere altri due anni prima che il 26 luglio 1438 Fer-
                rante si imbarcasse su una delle tre navi salpate da Barcellona alla
                volta di Napoli. Ad accompagnare il figlio del Magnanimo vi erano tra
                gli altri, oltre agli ambasciatori barcellonesi, il fidato educatore Corella
                e il vescovo di Valenza Rodrigo Borgia . La regina Maria era invece
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                rimasta in Spagna, dove la sua presenza era stata ritenuta dal re ne-
                cessaria per coadiuvare il cognato Giovanni nel governo degli Stati ara-
                gonesi.
                   Dell’infanzia e della fanciullezza di Ferrante, cresciuto in Spagna
                fino  all’età  di  14  anni,  la  sola  notizia  certa  è  che  il  padre  lo  affidò


                   10  J. Amettler y Vinyas, Alfonso V de Aragón en Italia y la crisi religiosa del siglo XV,
                Gerona-San Feliu de Guixols, Torres Vlader, 1903-1928, tt. III, t. II, p. 84.
                   11  E. Nunziante, I primi anni di Ferdinando I d’Aragona e l’invasione di G. d’Angiò
                (1458-1464), Giannini, Napoli, 1898, pp. 819-821.
                   12  G. Zurita, Anales de la Corona de Aragón cit., Libro XIV, cap. 35, f. 203r.
                   13  Dietari de la Deputacion de Barcelona, a cura di A. De Capmany, cit., in E. Pontieri,
                Per la storia del regno di Ferrante I cit., p. 29.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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