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Ferrante d’Aragona: un figlio naturale per il trono di Napoli 721
re da eventuale prigionia, ai matrimoni e alle nascite in seno alla fa-
miglia reale» . Se quindi da un lato appare evidente la volontà del
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Parlamento di regolamentare e semplificare il settore fiscale, dall’altro
risulta altrettanto chiaro l’intento del sovrano e del baronaggio di con-
servare le proprie tradizionali prerogative. Si venne pertanto a conso-
lidare mediante la prassi della concertazione il ricorso al compro-
messo, che di volta in volta veniva a stabilirsi tra il sovrano e i baroni,
che riuscivano a ottenere la concessione di grazie in cambio di oneri
fiscali aggiuntivi ricadenti generalmente sul resto della popolazione
laica.
Alfonso concesse poi alcuni privilegi che gli erano stati richiesti,
stabilendo inoltre che ogni venerdì avrebbe dato udienza «a poveri, e
miserabili persone, e ministrargli giustizia, per ajuto de’ quali costituì
un Dottor di leggi per Avvocato», stipendiato dalla Regia Camera della
Sommaria, che era la magistratura preposta all’amministrazione fi-
nanziaria del Regno.
A nome del baronaggio, di cui era portavoce, il conte di Fondi
avanzò poi al sovrano la richiesta – certamente concordata con lui in
precedenza – di designare Ferrante come suo successore nel Regno di
Napoli «col titolo di Duca di Calabria, solito darsi a’ figliuoli primogeniti
de’ re di questo Regno […] essendo notissimo a’ più intimi Baroni del
Re l’amore che e’ portava a questo suo figliuolo, ancorché naturale, al
quale avea spedito privilegio di legittimazione» . Il conte Onorato Gae-
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tani rivolse infatti ad Alfonso la seguente petizione:
Predicti Principi Duchi Marchisi Conti et altri Baroni congregati in quisto
vostro Parlamento, reducendo ala mente le turbationi varie et tribulatione che
sono state in questo vostro Reame per cause deli successi et mutatione del
regale stato per diversi competitori, desiderano providere quanto umanamente
se po’ ali casi che per successo di tempo potessero excadere: supplicano et
demandano de gratia speciale che, considerato che a Dio have piaciuto non
darve figli legitimi et naturali, sia mente vostra dare et concederli per vostro
primogenito et futuro Re et successore et herede in questo Reame lo Illustris-
simo Signor filiol carissimo vostro don Ferrando de Aragona; et da mo’ innante
intiturarelo Duca de Calabria, come è solito sempre fare deli primogeniti he-
redi et successori, e farelo iurare in questo Parlamento per futuro Re et suc-
cessore vostro nel dicto Reame de Sicilia citra Farum.
Alla richiesta del baronaggio, il segretario Giovanni Olzina, per
conto di Alfonso visibilmente compiaciuto, rispose:
61 E. Pontieri, Alfonso il Magnanimo re di Napoli cit., pp. 78-79.
62 P. Giannone, Historia civile del Regno di Napoli cit., p. 378.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)