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724 Igor Melani
non si può scindere, tuttavia, da alcuni punti fermi . La presenza (già
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sul finire del XIII secolo) di mercanti nelle Fiandre, legata alla produ-
zione locale di tessuti, costituisce senz’altro il punto di partenza delle
prime descrizioni del territorio da parte di osservatori toscani . Le ne-
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cessità (o le opportunità) commerciali ed economico-finanziarie (fami-
liari), si mischiano alle relazioni politico-militari (statuali), e sono te-
stimoniate per il secolo XIV, ad esempio, dalle pagine dei Ricordi di
Bonaccorso Pitti. In linea con l’aderenza guelfa e filo-francese della
Signoria di Firenze, nel 1382 egli si reca a Parigi e, di passaggio a
Courtray che definisce «grossa terra come Prato», assiste al saccheggio
che le truppe francesi vi stavano compiendo per vendetta «d’una bat-
taglia che i Fiaminghi vinsono a’ Francieschi […], come ne fanno men-
zione le croniche di Filippo <Giovanni> Villani»; nel 1386, passando
per Bruges alla volta dell’Inghilterra, vi incontra «quello Lucchese che
fu mio compagno nella grande armata, e con lui […] uno altro Luc-
chese» con cui decide di fare «compagnia» . Una tale compresenza di
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oggetti di interesse e di campi di indagine perdura nei due secoli suc-
cessivi: in vista dell’apertura di una filiale del proprio Banco a Bruges,
nel 1436, la famiglia Medici dette mandato al proprio fattore Bernardo
Portinari di «darsi da fare, indagando sui costumi del luogo riguardo
al commercio e ai cambi» ; ai mercanti lucchesi, l’Anversa del XVI
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secolo «doveva […] apparire, almeno fino ai travagliati anni Settanta e
Ottanta, come il luogo ideale per tentare la fortuna: per “cercar esca”,
secondo la colorita espressione di Gherardo Burlamacchi» . Tali
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1 Cfr. R. Sabbatini, “Quali fiamminghi tra Guizzante e Bruggia”: immagini delle Fian-
dre tra Medioevo ed Età moderna, in Europa e Mediterraneo tra Medioevo e prima Età
moderna: l’osservatorio italiano, a cura di S. Gensini, Pacini, Pisa, 1992, pp. 207-237:
pur non recente, il saggio ha una profondità di analisi storico-storiografica ancora oggi
opportuna per mettere a fuoco alcune più recenti interpretazioni.
2 Sulla presenza di mercanti a Bruges, cfr. L. Galoppini, Mercanti toscani e Bruges
nel tardo Medioevo, Plus, Pisa, 2009; Ead., Lucchesi e uomini di comunità a Bruges nel
tardo Medioevo, in L. Tanzini, S. Tognetti (a cura di), “Mercatura è arte”. Uomini d’affari
toscani in Europa e nel Mediterraneo tardomedievale, Viella, Roma, 2012, pp. 45-79; F.
Guidi Bruscoli, Mercanti-Banchieri fiorentini tra Londra e Bruges nel XV secolo, ivi, pp.
11-44. Più in generale per il ruolo delle Fiere commerciali delle Fiandre nel contatto tra
mercanti italiani e Paesi Bassi si veda P. Stabel, Italian merchants and the Fairs in the
Low Countries (12th-16th Centuries), in P. Lanaro (a cura di), La pratica dello scambio.
Sistemi di fiere, mercanti e città in Europa (1400-1700), Marsilio, Venezia, 2003, pp. 131-
159.
3 Si veda in proposito B. Pitti, Ricordi, in Mercanti scrittori. Ricordi nella Firenze tra
Medioevo e Rinascimento, a cura di V. Branca, Rusconi, Milano, 1986, pp. 382-383 e p.
389.
4 Cfr. R. De Roover, Il Banco Medici dalle origini al declino (1397-1494), trad. it. La
Nuova Italia, Firenze, 1970, pp. 459-470; 490-518 (p. 463 per la citazione).
5 Cfr. R. Sabbatini, ‘Cercar esca’. Mercanti lucchesi ad Anversa nel Cinquecento, Sa-
limbeni, Firenze, 1985 (p. 7 per la citazione).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)