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744 Igor Melani
causa-effetto, ma altrettanto certamente trova la sua massima effica-
cia nell’essere applicato per mettere in discussione le elaborazioni ge-
nerali appena acquisite, le «apparenze ingannevoli, c’anno sembianza
di vero» (metodo induttivo) . L’esperimento («esperienza»), costituisce
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tuttavia un’arma a doppio taglio: essendo infatti considerato veicolo di
dimostrazione delle verità scientifiche, qualora mal posto fa sì che tal-
volta « piglian piede, e s’accreditano sovente gli errori») . Lo spirito
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dell’Accademia, dunque, è volto a testare, attraverso la sperimenta-
zione, teorie e asserzioni degli scienziati antichi e moderni ; non
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all’elaborazione di contro-teorie generali, ma all’osservazione del par-
ticolare escludendo ogni forma di astrazione teorica, per la scrittura di
una storia naturale fondata sull’esperienza: «dell’Accademia, […] unico
istituto si è di sperimentare, e narrare» .
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Attraverso queste parole proemiali con cui gli accademici del Ci-
mento presentavano e rappresentavano nel 1666 i principali tra gli
esperimenti da loro compiuti durante le proprie riunioni (non i risultati
o le elaborazioni concettuali da essi derivanti: ma la descrizione vera
di azioni pratiche), si può dar conto almeno in parte del bagaglio cul-
turale, dello ’sguardo’ con il quale il gruppo dirigente toscano osser-
vava in quegli anni i Paesi Bassi: luogo dove alcune delle principali
acquisizioni e scoperte scientifiche erano state applicate all’ambito tec-
nologico, e trasformate in realtà materiali (per non dire: pratiche di
vita quotidiana), in linea con una visione generale che di quel territorio
i visitatori e i forestieri erano andati codificando già a partire dalla fine
del XVI secolo, e ancor più avrebbero fatto dagli anni Settanta del
XVII .
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70 Ivi, cc. (n. n.) + 2 r - + 2 v.
71 Cfr. ivi, c. (n. n.) + 2 v.
72 Cfr. ibidem.
73 Cfr. ivi, c. (n. n.) + 3 v.
74 «Whereas the northern part of the Low Countries up to the Dutch Revolt never
were seen as a centre of ingenuity and inventiveness, their status in foreign eyes began
to rise noticeably in the beginning of the seventeenth century. The Dutch were increas-
ingly seen as a people endowed with an exceptionally high degree of technical compe-
tence. After about 1670, they were more and more regarded as frontrunners in techno-
logical development. The idea of ‘technological leadership’, which had gradually taken
shape in the previous 200 years, came to be firmly attached to the Dutch Republic». Su
questi aspetti si veda il fondamentale lavoro di C.A. (K.) Davids, The Rise and Decline of
Dutch Technological Leadership: Technology, Economy and Culture in the Netherlands,
1350-1800, 2 voll., Brill, Leiden-Boston, 2008, in special modo le sezioni dedicate a
invenzioni e innovazione tecnologica e loro rapporti con l’espansione economica olan-
dese (Ch. 3, Technological Change and Dutch Economic Expansion Between c. 1350 and
1800, Vol. 1, pp. 57-202); tecnologia, società e mercato, trasferimento tecnologico (Ch.
6, The Rise of Dutch Technological Leadership, Vol. 2, pp. 365-458); percezione del pri-
mato tecnologico olandese (Ch. 2, Perceptions of Leadership, Vol. 1, pp. 41-56). Per la
citazione cfr. ivi, Vol. 1, p. 366.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)