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                vedere le opere della forte piazza di Schenk, e più oltre i molti lavori fatti
                dagli Olandesi sull’Issel anche per occasione delle ultime guerre» 107 .
                   Certo, più dei movimenti sussultori del corso della storia politica e
                militare, era stata la ‘cultura’ antropica degli uomini di quelle regioni,
                l’attitudine vivace e costante a relazionarsi in maniera creativa e tec-
                nologicamente costruttiva con il proprio territorio ad aver arricchito
                questo e quelli, a costituire quello che ora, nella ricognizione voluta
                dal governo toscano, era il fulcro di maggior interesse: l’acquisizione
                di competenze che aveva trasformato l’acqua, attraverso il suo con-
                trollo e gestione, da un pericolo a una risorsa per la terra. Ancora, si
                indicava infatti a Guerrini:

                   Dopo di che potrà avanzarsi ad Amsterdam, notando intanto la costitu-
                zione del paese et il gran piano che ivi si distende, tutto sottoposto al livello
                del mare che gli è non poco superiore, onde maravigliosa si rende la grand’arte
                che usano quelle genti per mantener asciutta la campagna e liberarsi dalle
                inondazioni a forza di molini e di macchine, elevando le acque di canale in
                canale a segno di poter dar loro l’opportuno scolo nell’oceano 108 .

                   Il linguaggio, certo, non era sempre di adeguato livello scientifico, e
                il lessico dei funzionari medicei mutuava termini e concetti dalla di-
                sciplina sorella maggiore, e per certi versi genitrice della scienza, la
                filosofia, che così profondamente impregnava (lo abbiamo visto) anche
                il  discorso  ‘sperimentale’  degli  Accademici  del  Cimento,  dando  però
                conto,  al  tempo  stesso,  di  una  generale  concezione  della  tecnologia
                come  sviluppo  applicativo  della  scienza:  disciplina  tanto  più  etica-
                mente, e dunque filosoficamente accettabile, quanto più volta all’utile
                declinato in senso di benessere collettivo, del territorio e dunque dei
                suoi abitanti (ovvero sudditi), e dunque del Principe 109 . Le elaborazioni
                teoriche e le pratiche sperimentali degli scienziati professionisti («l’in-
                gegno  e  l’artifizio  de’  professori»)  producevano  scienza  e  tecnologia
                come forma di cultura («le provincie più culte d’Europa») attraverso
                progettazione e realizzazione di strumenti («specolazioni e […] ordin-
                ghi») il cui benefico utilizzo («godimento ed utilità») generava benessere
                («facilitar i travagli più faticosi e più necessari al bisogno dei popoli et
                alla pratica del commercio») di modo che, trasportate certe competenze
                in  Toscana,  si  sarebbe  potuto  favorire  lo  sviluppo  civile,  sociale  ed


                   107  Cfr. ibidem.
                   108  Ibidem.
                   109  In riferimento alla concezione politica generale relativamente all’azione governa-
                tiva e alla concessione di privilegi per operazioni di bonifica e lavori idraulici nella to-
                scana dei primi Granduchi Medici si veda D. Lamberini, “A beneficio dell’universale”.
                Ingegneria idraulica e privilegi di macchine alla corte dei Medici, in A. Fiocca, D. Lambe-
                rini, C. Maffioli (a cura di) Arte e scienza delle acque nel Rinascimento, Marsilio, Venezia,
                2003, pp. 47-71.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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