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Sguardi mediterranei sulla «civiltà olandese del Seicento»: il caso toscano 757
In alcune notazioni di Guerrini intorno al tratto di viaggio che lo
avrebbe condotto ad Arnem, nell’aprile del 1683, si nota in maniera
ancora più netta questa sorta di sincretismo tra interesse per la ‘na-
tura’ (ambientale) e per la ‘cultura’ (scientifico-tecnologica applicata
all’ambiente) dei Paesi Bassi:
mezz’ora discosto a la città d’Arnem, che lì vi è nuovo pendio verso il Reno dove si
sorte del battello e si cavalca un argine e s’entra in altro battello che conduce al
Reno, e lì pur è acqua morta, e con cateratta risponde in Reno. A chi ha la campa-
gna ben livellata e poco superiore al letto dei fiumi gl’è facile ritrarne l’utile e como-
dità dei canali navigabili, e in farlo non si ricerca grand’invenzione. Per ancora non
ò veduto altro uso se non dei mulini a vento per uso di macine e non per altro.
Dico però che questo è paese appropriato per i mulini a vento, ché fin ad ora
sempre porta via. Di qui non so dirle altro che è l’istesso intorno a la struttura
delle fortificazioni. Si vede avevano gran concetto ma si sono persi d’animo 117 .
Questo colpo d’occhio attento a tenere insieme il piano della natura
(clima e geomorfologia) con quello della ‘cultura’ (uso strategico delle ri-
sorse ambientali e investimento scientifico-tecnologico in strumentazione
e infrastrutture atte a ottimizzarne la redditività) è certamente proprio
dell’ambiente di governo del Granducato per il quale Guerrini svolse il
suo compito di osservatore.
Ne è testimone, tra gli altri, un passo del diario del viaggio granducale,
che descrive una porzione di tragitto che condusse la comitiva del Prin-
cipe da Enkhuizen a Purmerend, sul finire del giugno 1669, in cui l’ele-
mento ‘estetico’ della bellezza del paesaggio si lega al ‘prodigio’ tecnologico
delle bonifiche (una realtà che, pur nelle divergenze, era nota in Italia già
dal secolo XVI anche grazie al lavoro di tecnici olandesi soprattutto in
area veneta 118 ) che hanno reso possibile la trasformazione di un braccio
chiuso di mare, con le sue acque basse e stagnanti, in una florida pianura
che, per quanto frutto di artificio, assume i contorni lirici del bello natu-
rale («vaghezza»):
Il dì 27 essendo calmato ogni sorte di vento, che il giorno antecedente si
fece non poco sentire, aspettato il furore della marea, rientrò S.A. nell’jaet,
e molto adagio se ne andò alla volta di Enchuisen. […] Verso Purmerand […]
il cammino del giorno 27 fu senza dubbio il più vago e il più delizioso di tutta
l’Olanda. Questo essendo già tutto marazzo o laguna è stato come si disse
industriosamente seccato, e fattivi lunghi e diritti stradoni, tutti piantati di
alberi e con fossi assai grandi, contribuendo non poco alla vaghezza che
117 Il viaggio in Europa di Pietro Guerrini cit. (Pietro Guerrini ad [Apollonio Bassetti],
Arnem, 2 aprile 1683), pp. 123-124 (corsivi nostri).
118 Si veda su questo punto Ciriacono, Acque e agricoltura cit., pp. 208-242.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)