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762 Matteo Giuli
funzionare una volta per tutte nel medesimo modo. L'analisi storica di
qualsiasi istituzione, semmai, non può prescindere dalla valutazione
del carattere, degli obiettivi, degli interessi e delle relazioni degli uo-
mini che ne hanno fatto parte e che, sulla base della loro esperienza
personale e delle posizioni di volta in volta ricoperte al suo interno, ne
hanno determinato l’attività.
Casi eclatanti di divisioni, rivalità e inimicizie, in effetti, si ritrovano
anche in una compagnia di per sé gerarchizzata e solida come quella
gesuitica, i cui membri erano (sono) tenuti a non aspirare a posizioni
di autorità tra i suoi ranghi – norma certamente disattesa nel Brasile
dell’epoca, soprattutto tra i confratelli del collegio della capitale, Sal-
vador da Bahia – e il cui elemento distintivo si basava (si basa) su un
duplice voto di obbedienza in grado di esaltarne la sottomissione al
potere papale entro dinamiche missionarie condotte nel segno
dell’adattabilità al contesto locale .
8
È pur vero che, per quanto riguarda l'ordine ignaziano, l’immagine
convenzionale di un corpo monolitico è stata ampiamente superata in
sede storiografica. Diversi lavori hanno infatti evidenziato il problema
della difficile coesione interna alla compagnia, arrivando a coniare
l’espressione «obbedienza negoziata», e del mantenimento di un’unità
di intenti messa a dura prova nel quadro di un’attività condotta su
scala globale . È stato quindi rilevato lo stretto rapporto esistente tra
9
il rispetto del principio cardine dell’obbedienza – perinde ac cadaver –,
le necessità concrete dell’adattamento e l’invito alla mediazione. Si è
mostrato che la «discrezione individuale», tra «obbedienza e discerni-
mento», ha avuto «un peso fondamentale nella costruzione dell’identità
[gesuitica]», la cui capacità di adeguarsi ai diversi contesti missionari
ha permesso di tener separato «il piano dell’ortodossia dottrinale [...]
da quello dell’ortodossia comportamentale» .
10
L’analisi delle divisioni fazionarie tra i gesuiti del Brasile, peraltro,
può costituire un osservatorio privilegiato da cui valutare sia le dina-
miche della dominazione coloniale portoghese nella sua parte atlan-
8 Cfr. M. Catto, G. Mongini, S. Mostaccio (a cura di), Evangelizzazione e globalizza-
zione. Le missioni gesuitiche nell’età moderna tra storia e storiografia, Società Editrice
Dante Alighieri, Roma, 2010; F. Alfieri, C. Ferlan (a cura di), Avventure dell’obbedienza
nella Compagnia di Gesù. Teorie e prassi tra XVI e XIX secolo, il Mulino, Bologna, 2012.
9 Cfr. M. Catto, La Compagnia divisa. Il dissenso nell’ordine gesuitico tra ’500 e ’600,
Morcelliana, Brescia, 2009, pp. 17-61, 101-144; A. Romano, Multiple Identity, Conflic-
ting Duties and Fragmented Picture in the Early Modern Period: The Case of the Jesuits,
in E. Oy-Marra, V.R. Remmert (a cura di), Le monde est une peinture. Jesuitische Iden-
tität und die Rolle der Bilder, Akademie Verlag, Berlin, 2011, pp. 45-69.
10 Cfr. C. Ferlan, I gesuiti, il Mulino, Bologna, 2015, pp. 9-10. Su questi temi, in
generale, F. Motta (a cura di), Anatomia di un corpo religioso. L’identità dei gesuiti in età
moderna, «Annali di storia dell’esegesi», v. 19, n. 2 (2002), numero monografico.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)