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800 Francesca Canale Cama
sità culturale del tempo. D’altronde i due storici, come del resto an-
che Rosselli, non si sorprendevano del fatto che la genesi dell’opera
fosse legata alle questioni poste da un presente complesso all’interno
del quale si andavano, con tutta evidenza, definendosi i termini di
una politica mediterranea fascista. Un significativo riscontro di
quanto potesse essere considerato fecondo il rapporto tra l’opera di
Silva, il presente storico e le questioni storiografiche sollevate lo si
può del resto trovare nelle recensioni non italiane, come quella del
noto storico e archivista francese Georges Bourgin che non esitava a
scrivere:
On sait par les événements de la politique quotidienne l’intérêt que l’Italie
unifiée et, ajoutons, fascistisée, prend aux questions méditerranéennes. […]
Il est bon qu’un Italien d’une culture peu commune et d’une ampleur de
vues bien louable à l’heure présente cherche à faire comprendre à ses com-
patriotes l’origine, le développement, les faces multiples, les limites aussi de
ces questions méditerranéennes qui n’ont cessé de poser aux dominateurs
successifs de la péninsule italienne. D’autre part, en dehors des historiens
d’Europe, il est bon que le grand public international, qui s’efforce désormais
d’envisager les problèmes politiques sous angle moins étroit que jadis,
puisse, le cas échéant, se reporter à l’ouvrage de M. Silva, ou il trouvera une
mine remarquable d’idées et de faits utiles 24 .
Il Mediterraneo di Silva, insomma, era espressione di una do-
manda che veniva dal presente, ma che poco aveva a che fare con il
problema della legittimazione della politica fascista nel Mediterraneo.
Essa, piuttosto, nasceva dalla questione più generale e storicamente
fondata del rapporto tra Mediterraneo e Italia in chiave di possibile e
problematica centralità. Ristampato più volte e in diverse edizioni tra
il 1927 ed il 1941, il libro si distinse come opera rappresentativa di
un’intera stagione storiografica e visse, fin dalla sua prima uscita,
un ventennio di autentico successo seguito, al contrario, da una
lunga stagione di oblio nell’Italia repubblicana.
La ragione della sfortuna e della fortuna dell’opera era, parados-
salmente, la stessa: quella, cioè, del costante dialogo con il presente
storico che aveva condotto l’autore a inserire a partire dall’edizione
del 1936 un nuovo capitolo conclusivo (La preparazione e la forma-
rispondere a domande condivise dalla storiografia del tempo suscitando l’interesse di
una più larga opinione pubblica.
24 G. Bourgin Il Mediterraneo dall’unità di Roma all’unità d’Italia, «Revue historique»,
n.1 (1927), pp. 165-167. A dimostrazione dell’attenzione alla fervida stagione che stava
allora vivendo la storiografia italiana si può ricordare che lo stesso fascicolo conteneva
anche la recensione del libro di Gioacchino Volpe L’Italia in cammino, del quale pure si
evidenziava lo stretto e fecondo rapporto con le domande sollevate dal presente storico.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)