Page 274 - 1
P. 274

800                                              Francesca Canale Cama


                sità culturale del tempo. D’altronde i due storici, come del resto an-
                che Rosselli, non si sorprendevano del fatto che la genesi dell’opera
                fosse legata alle questioni poste da un presente complesso all’interno
                del quale si andavano, con tutta evidenza, definendosi i termini di
                una  politica  mediterranea  fascista.  Un  significativo  riscontro  di
                quanto potesse essere considerato fecondo il rapporto tra l’opera di
                Silva, il presente storico e le questioni storiografiche sollevate lo si
                può del resto trovare nelle recensioni non italiane, come quella del
                noto storico e archivista francese Georges Bourgin che non esitava a
                scrivere:

                   On sait par les événements de la politique quotidienne l’intérêt que l’Italie
                unifiée et, ajoutons, fascistisée, prend aux questions méditerranéennes. […]
                Il est bon qu’un Italien d’une culture peu commune et d’une ampleur de
                vues bien louable à l’heure présente cherche à faire comprendre à ses com-
                patriotes l’origine, le développement, les faces multiples, les limites aussi de
                ces questions méditerranéennes qui n’ont cessé de poser aux dominateurs
                successifs de la péninsule italienne. D’autre part, en dehors des historiens
                d’Europe, il est bon que le grand public international, qui s’efforce désormais
                d’envisager  les  problèmes  politiques  sous  angle  moins  étroit  que  jadis,
                puisse, le cas échéant, se reporter à l’ouvrage de M. Silva, ou il trouvera une
                mine remarquable d’idées et de faits utiles 24 .

                   Il  Mediterraneo  di  Silva,  insomma,  era  espressione  di  una  do-
                manda che veniva dal presente, ma che poco aveva a che fare con il
                problema della legittimazione della politica fascista nel Mediterraneo.
                Essa, piuttosto, nasceva dalla questione più generale e storicamente
                fondata del rapporto tra Mediterraneo e Italia in chiave di possibile e
                problematica centralità. Ristampato più volte e in diverse edizioni tra
                il 1927 ed il 1941, il libro si distinse come opera rappresentativa di
                un’intera stagione storiografica e visse, fin dalla sua prima uscita,
                un  ventennio  di  autentico  successo  seguito,  al  contrario,  da  una
                lunga stagione di oblio nell’Italia repubblicana.
                   La ragione della sfortuna e della fortuna dell’opera era, parados-
                salmente, la stessa: quella, cioè, del costante dialogo con il presente
                storico che aveva condotto l’autore a inserire a partire dall’edizione
                del 1936 un nuovo capitolo conclusivo (La preparazione e la forma-


                rispondere a domande condivise dalla storiografia del tempo suscitando l’interesse di
                una più larga opinione pubblica.
                   24  G. Bourgin Il Mediterraneo dall’unità di Roma all’unità d’Italia, «Revue historique»,
                n.1 (1927), pp. 165-167. A dimostrazione dell’attenzione alla fervida stagione che stava
                allora vivendo la storiografia italiana si può ricordare che lo stesso fascicolo conteneva
                anche la recensione del libro di Gioacchino Volpe L’Italia in cammino, del quale pure si
                evidenziava lo stretto e fecondo rapporto con le domande sollevate dal presente storico.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
   269   270   271   272   273   274   275   276   277   278   279