Page 284 - 1
P. 284
810 Francesca Canale Cama
soprattutto, come lo stesso Silva non mancò di notare , la nuova
46
edizione doveva confrontarsi con il mito e la retorica dell’Impero nel
momento di maggior consenso al regime della società italiana.
Sulla falsariga del precedente ampliamento, Silva poneva lo svi-
luppo della potenza imperiale italiana come elemento centrale della
recente storia mediterranea. Si trattava di un elemento di importanza
fondamentale, che lo spingeva a invertire i termini del rapporto Me-
diterraneo e Italia, attribuendo a questa un ruolo determinate e pro-
fondamente condizionante dei futuri equilibri dell’intero spazio me-
diterraneo. La fondazione dell’impero fascista, insomma, gli appariva
elemento periodizzante della storia contemporanea del Mediterraneo
proprio in virtù della reale possibilità di poter incidere sull’equilibrio
secolare fondato sull’asse franco-britannico. E per questo scriveva:
Non è arbitrario prevedere e presagire che gli storici futuri, negli avveni-
menti di cui il Mediterraneo fu centro dall’inizio della crisi italo-etiopica nel
settembre del 1935 fino alla proclamazione dell’Impero nel maggio 1936, ve-
dranno e segneranno l’inizio di una nuova fase di storia mediterranea, allo
stesso modo che noi vediamo e segniamo l’inizio di una nuova fase di storia
mediterranea negli avvenimenti collegati alla crisi di Successione di Spagna
e all’insediamento della potenza britannica a Gibilterra 47 .
Era un’affermazione che, letta in retrospettiva e contestualizzata
nel clima culturale appena evocato, poteva apparire come entusia-
stica celebrazione della politica mediterranea fascista se non come
aperto appoggio politico al regime. Se si leggono, tuttavia, le pagine
de Il Mediterraneo dall’unità di Roma all’impero italiano, si può no-
tare che il giudizio dello storico ha ben poco a che fare con la legit-
timazione della politica fascista. A prevalere, infatti, era una lettura
che nella conquista dell’Etiopia vedeva in un certo senso avverarsi
la antica lezione di Cesare Balbo sul possibile sviluppo delle fortune
italiane nel Mediterraneo. E vi scorgeva anche, se non soprattutto,
quella che rimaneva la preoccupazione fondamentale di Silva: lo
scacco subito come esito del primo dopoguerra che «bloccava» l’Ita-
lia nel Mediterraneo e la poneva in contrasto con le potenze liberali
e l’ordine di Versailles. Un problema, questo, non solo politico ma
anche morale che Silva aveva evocato già nell’edizione del 1927.
Analogamente agli altri autori “mediterraneisti” di quegli anni, Silva
aveva scritto che la frustrazione dell’Italia nel dopoguerra derivava
dalla slealtà delle potenze alleate « che avevano seguito le leggi
46 Cfr. P. Silva, Io difendo la monarchia cit., p. 126.
47 P. Silva, Il Mediterraneo dall’unità di Roma all’Impero Italiano cit., p. 457.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)