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                   Come spiegare, dunque, la considerazione di cui l’avvento del fas-
                cismo godette ne Il Mediterraneo? Una prima risposta ce la offre lo
                stesso autore quando, con sguardo retrospettivo, nel 1946 affermava:
                «Non vi è una politica fascista da condannare in blocco e una politica
                fascista da esaltare in blocco. Vi è un quarto di secolo di storia da
                esaminare, in cui i partiti e gli uomini assumono a volte posizioni
                ragionevoli  a  volte  irragionevoli,  compiono  a  volte  delle  meritorie
                azioni, a volte degli imperdonabili errori» .
                                                        42
                   Trasposto in termini storici questo voleva dire riconoscere al fas-
                cismo, al di là del giudizio politico, una sorta di funzione periodizzante,
                non solo nella storia d’Italia ma a maggior ragione in quella del Medi-
                terraneo, quale elemento di rottura degli equilibri ottocenteschi che la
                «pace coloniale di Parigi» ambiva invece a conservare privilegiando il
                riassetto dell’asse franco-britannico. Su questa linea, Silva scriveva
                già nella dispensa Alcune questioni mediterranee preparata per l’inseg-
                namento all’Accademia navale di Livorno nel 1923 che

                il Wilsonismo fu battuto nella sostanza pur apparendo vittorioso con la fin-
                zione della Società delle Nazioni […] L’assetto coloniale si presenta instabile
                sia  perché  le  potenze  egemoniche  dell’Intesa  hanno  calpestato  i  vinti,  sia
                perché non hanno avuto equità verso gli alleati minori. La carta coloniale è
                così cambiata in peggio accentuando le antiche stridenti disuguaglianze co-
                loniali tra i popoli. Si può dire che la pace coloniale di Parigi, come la pace
                coloniale del secolo XVIII, più che sistemare il mondo prepara elementi di
                nuove guerre 43 .

                   In questo contesto, il fascismo e più in generale le incipienti dit-
                tature  mediterranee  orientavano  l’azione  politica  delle  proprie  na-
                zioni in senso revisionistico opponendo una nuova barriera a vecchi
                equilibri egemonici. Seguendo il filo precedentemente tracciato, dun-
                que, Silva poteva inserire una nuova parte intitolata La preparazione
                e la fondazione dell’Impero italiano nel corpo del testo originario già
                nel 1933, riproponendo la possibilità di una virtuosa relazione tra
                Mediterraneo  e  Italia  nel  contesto  tutto  contemporaneo  dell’azione
                politica fascista. Rielaborando i termini di un Mediterraneo conteni-
                tore e cornice della storia nazionale, Silva legava in apertura fascismo
                e guerra:




                   42  P. Silva, Io difendo la monarchia cit., p. 86.
                   43  Non particolarmente sferzante ne Il Mediterraneo, il giudizio sulla pace di Versail-
                les si fa più duro nei suoi scritti divulgativi. Si veda in proposito L. Micheletta, Pietro
                Silva storico delle relazioni internazionali cit,, pp. 508-509.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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