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808 Francesca Canale Cama
Come spiegare, dunque, la considerazione di cui l’avvento del fas-
cismo godette ne Il Mediterraneo? Una prima risposta ce la offre lo
stesso autore quando, con sguardo retrospettivo, nel 1946 affermava:
«Non vi è una politica fascista da condannare in blocco e una politica
fascista da esaltare in blocco. Vi è un quarto di secolo di storia da
esaminare, in cui i partiti e gli uomini assumono a volte posizioni
ragionevoli a volte irragionevoli, compiono a volte delle meritorie
azioni, a volte degli imperdonabili errori» .
42
Trasposto in termini storici questo voleva dire riconoscere al fas-
cismo, al di là del giudizio politico, una sorta di funzione periodizzante,
non solo nella storia d’Italia ma a maggior ragione in quella del Medi-
terraneo, quale elemento di rottura degli equilibri ottocenteschi che la
«pace coloniale di Parigi» ambiva invece a conservare privilegiando il
riassetto dell’asse franco-britannico. Su questa linea, Silva scriveva
già nella dispensa Alcune questioni mediterranee preparata per l’inseg-
namento all’Accademia navale di Livorno nel 1923 che
il Wilsonismo fu battuto nella sostanza pur apparendo vittorioso con la fin-
zione della Società delle Nazioni […] L’assetto coloniale si presenta instabile
sia perché le potenze egemoniche dell’Intesa hanno calpestato i vinti, sia
perché non hanno avuto equità verso gli alleati minori. La carta coloniale è
così cambiata in peggio accentuando le antiche stridenti disuguaglianze co-
loniali tra i popoli. Si può dire che la pace coloniale di Parigi, come la pace
coloniale del secolo XVIII, più che sistemare il mondo prepara elementi di
nuove guerre 43 .
In questo contesto, il fascismo e più in generale le incipienti dit-
tature mediterranee orientavano l’azione politica delle proprie na-
zioni in senso revisionistico opponendo una nuova barriera a vecchi
equilibri egemonici. Seguendo il filo precedentemente tracciato, dun-
que, Silva poteva inserire una nuova parte intitolata La preparazione
e la fondazione dell’Impero italiano nel corpo del testo originario già
nel 1933, riproponendo la possibilità di una virtuosa relazione tra
Mediterraneo e Italia nel contesto tutto contemporaneo dell’azione
politica fascista. Rielaborando i termini di un Mediterraneo conteni-
tore e cornice della storia nazionale, Silva legava in apertura fascismo
e guerra:
42 P. Silva, Io difendo la monarchia cit., p. 86.
43 Non particolarmente sferzante ne Il Mediterraneo, il giudizio sulla pace di Versail-
les si fa più duro nei suoi scritti divulgativi. Si veda in proposito L. Micheletta, Pietro
Silva storico delle relazioni internazionali cit,, pp. 508-509.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)