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Il Mediterraneo, l'Italia e il fascismo nelle pagine di Pietro Silva 807
3. Il Mediterraneo del 1936 e il difficile rapporto con il presente
storico
La quadratura del cerchio del rapporto tra Mediterraneo e Italia,
ottenuta attraverso il prisma della Grande Guerra nella prima edi-
zione de Il Mediterraneo, venne messa a dura prova nelle versioni
successive. Estendendo la periodizzazione fino alla fondazione
dell’impero italiano, infatti, l’autore doveva necessariamente con-
frontarsi con un difficile presente sovrapponendo così il lavoro sto-
rico alla capacità di valutazione dell’attualità politica.
I rapporti di Silva con il regime, è utile ricordarlo, non erano mai
stati e non furono mai particolarmente stretti. Se si segue il filo della
sua biografia, essi furono, anzi, segnati da più di un gesto di aperta
opposizione: l’adesione al Manifesto degli intellettuali antifascisti
promosso da Benedetto Croce nel 1925, la mancata iscrizione al Pnf,
il “rifiuto”, nel 1928, a collaborare alla redazione dell’Enciclopedia
italiana diretta da Giovanni Gentile nel 1928. Gesti che provocarono,
nel corso degli anni, una palese emarginazione dello storico dagli am-
bienti più vicini al regime. Già nel 1927, al tempo della prima uscita
de Il Mediterraneo, del resto, egli era stato costretto ad accettare una
posizione defilata nella vita universitaria, rimanendo per tutto il
corso della sua carriera a insegnare nella Facoltà di Magistero
dell’Università di Roma. Al progressivo isolamento si aggiunsero poi
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l’apertura di un fascicolo della polizia a suo nome, diverse ispezioni
politiche e, alla fine, l’allontanamento forzato dall’insegnamento.
D’altronde, sebbene non attestato mai su posizioni di aperta op-
posizione, Silva aveva espresso la sua valutazione critica nei con-
fronti del fascismo già dalla prima ora, quando aveva definito il mo-
vimento di Mussolini una propaganda di cattivo nazionalismo, che
rispondeva alle esigenze del «sistema nervoso della collettività sotto-
posto a così lunghe e tormentose prove» dalla guerra e dal dopoguer-
ra. Esso andava perciò interpretato – alla stessa stregua del massi-
malismo socialista e del bolscevismo – come conseguenza del trauma
del conflitto, aggravato dalla crisi sociale e dai problemi di legittima-
zione delle istituzioni liberali .
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40 Sul delicato tema dei rapporti di Silva con il fascismo e più in generale per le
tormentate vicende biografiche si vedano W. Maturi, Pietro Silva, «Rivista Storica Ita-
liana», A. 66, n.1 (1954), pp. 600-603; N. Valeri, Profilo di Pietro Silva cit., pp. VII-XX; L.
Micheletta, Pietro Silva storico delle relazioni internazionali cit, p. 522 e ss. Molte sugge-
stive valutazioni autobiografiche sono poi contenute in P. Silva, Io difendo la monarchia,
De Fonseca, Roma, 1946.
41 Sul tema si vedano le considerazioni di F. Torchiani, Storiografia, giornalismo e
politica nel primo dopoguerra. Pietro Silva e “Il Lavoro” cit., pp. 260-269.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)