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574 Isabella Cecchini
formale la piazza di Rialto non possedeva le caratteristiche di una vera
e propria borsa valori, come aveva rilevato Gino Luzzatto: non vi si
negoziavano strumenti finanziari, quote di capitale o derivati, e man-
cava la vendita all’asta di merce che non si potesse vedere e valutare
(non si trattavano futures, in altri termini). Rialto assomigliava invece
a una fiera internazionale che si teneva tutti i giorni, senza una parti-
colare franchigia . Nondimeno, la presenza nello stesso luogo delle
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contrattazioni dei banchi di scritta prima, e dei due banchi pubblici
poi, garantiva la vicinanza delle funzioni finanziarie con quelle com-
merciali: a Rialto si trovava notizia quotidiana di prezzi e cambi, esat-
tamente come ad Amsterdam il corso della valuta di banco veniva pub-
blicato e affisso a una colonna della Borsa, perché fosse noto a tutti .
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La borsa di Amsterdam costituiva un centro di diffusione di cono-
scenza («knowledge hub») a vari livelli : ma anche Rialto lo era, e dun-
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que la definizione come borsa ne coglieva in pieno l’attività, rendendola
perfettamente comprensibile ai forestieri (Figura 4).
Esattamente come in una Borsa, sul Campo di San Giacomo si riu-
nivano quotidianamente i mercanti, i sensali, gli interpreti . Sotto ai
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portici (a sinistra nella Figura 4) si trovavano i tavoli dei tre computisti
del Banco Giro (Figura 5), che ricevevano gli ordini di movimento sui
conti correnti, e dietro di essi, in una calle che si spingeva verso il
mercato, i banchi degli assicuratori; i due lati porticati della Fabbriche
nuove (a sinistra e al centro ancora nella Figura 4) offrivano riparo per
le contrattazioni, magazzini in affitto, e spazi per la vendita dei pegni
gestiti dall’ufficio della Giustizia Nuova; di fronte, separato dalla Ruga
passante (alle spalle del pittore), si trovava l’edificio della Drapparia, e
23 G. Luzzatto, Studi di storia economica veneziana, CEDAM, Padova, 1954, p. 208-
209. La stessa borsa di Anversa era, con i suoi annessi, «un marché réel de marchandi-
ses apportées sur place et proposées immédiatement à l’achat et à la vente», E. Coor-
naert, Les bourses d’Anvers aux XV e et XVI e siècles, «Revue Historique», 217, n. 1 (1957),
pp. 20-28, p. 22. La mancanza di contratti a termine dovrebbe distinguere un mercato
da una borsa, sia essa una borsa valori (stock exchange) o una borsa merci (commodity
exchange). M. Weber, Stock and Commodity Exchanges [“Die Börse”], «Theory and Soci-
ety», 29, n. 3 (2000), pp. 305-338, pp. 309-310.
24 «La Banque régle chaque jour l’Agio de l’argent de Banque, & le fait afficher à un pilier
de la Bourse». J. Savary, Le parfait Négociant ou Instruction Générale pour ce qui regarde le
Commerce des Marchandises de France, & de Pays Etrangers […] Nouvelle Edition […] par
Philemon-Louis Savary, Fréres Cramer & Cl. Philibert, Genève, 1752, vol. I, p. 240.
25 I. Leemans, The Amsterdam stock exchange as affective economy, in I. Leemans
and A. Goldgar (eds.), Early Modern Knowledge Societies as Affective Economies,
Routledge, London, 2020, pp. 303-330.
26 Su Rialto e in particolare sulla piazza realtina come luogo di scambio di informa-
zioni e spazio culturale pubblico connesso con l’area marciana si veda D. Tessicini,
Viewing the Stars from the Rialto, «I Tatti Studies in the Italian Renaissance», 19, n. 1
(2016), pp. 209-230.
Mediterranea – ricerche storiche – Anno XIX – Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)