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                i portici fitti di botteghe. A sinistra sul Campo la colonna in porfido
                rosso, con la scala cinquecentesca sorretta da una figura accovacciata
                in pietra (il Gobbo), identificava uno dei luoghi ufficiali per comunicare
                editti e bandi; a destra, l’orologio sul registro superiore della facciata
                di San Giacomo scandiva il movimento delle ore.


                2. Una piazza per chi?

                   Istituzioni ‘miste’, controllate dalle autorità pubbliche ma rego-
                late  sulla  base  di  usi  ‘privati’  perché  nati  dalle  consuetudini  dei
                mercanti e di chi lavorava per loro, le piazze (come le borse) funzio-
                navano secondo usi specifici e autodisciplinati, usi sui quali solita-
                mente si sa pochissimo. Anche lo spazio della piazza di Rialto era
                stato creato e organizzato dall’autorità pubblica, soprattutto con la
                ricostruzione dopo il 1514, ma si conformava a usi e consuetudini
                proprie  cadenzandosi  secondo  il  proprio  ritmo,  l’«hora  solita»  cui
                molti documenti fanno riferimento. A differenza del Broglio di Piazza
                San Marco, dove la mattina «a niuno è lecito l’entrarvi» , tuttavia,
                                                                        29
                alla piazza di Rialto non vi erano limiti di accesso. E per far parte
                del gruppo dei mercanti all’ingrosso (i principali fruitori dello spazio
                della piazza realtina) non era necessario superare alcuna barriera
                all’entrata, né tantomeno si era sottoposti ad alcuna registrazione .
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                   29  Forestiere illuminato intorno le cose più rare, e curiose, antiche, e moderne della
                Città di Venezia, e dell’Isole circonvicine, presso Giovambattista Albrizzi, Venezia, 1740,
                p. 39. Il nome di broglio veniva attribuito alla pratica di discutere (e contrattare) le no-
                mine con l’appoggio di un gruppo di elettori: tutte le cariche del governo veneziano erano
                esclusivamente assegnate a turnazione a membri del patriziato urbano, ad esclusione
                di un numero ristretto di eletti a vita. L’elezione ad un ufficio implicava non soltanto
                una posizione di qualche (più o meno ampio) potere, ma soprattutto garantiva un in-
                troito che in molti casi aiutava a sostenere la famiglia impoverita di un candidato. D.
                Raines, Office seeking, broglio, and the pocket political guidebooks in Cinquecento and
                Seicento Venice, «Studi Veneziani», N.S., 22 (1991), pp. 137-194.
                   30  Dal 1535 l’ufficio dei Provveditori sopra Banchi, creato nel 1524, raccoglieva i
                nomi dei soci nelle varie compagnie commerciali (W. Panciera, Fiducia e affari nella so-
                cietà veneziana del Settecento, CLEUP, Padova, 2001). Le liste non erano pensate per
                offrire una registrazione societaria pubblica; si trattava invece di una prassi necessaria,
                quella di conoscere chi aveva la facoltà di agire per conto di una società, per evitare
                eventuali frodi sui trasferimenti nei conti bancari. Tali trasferimenti a Venezia venivano
                effettuati a voce, dato che sia i banchi privati sia in seguito i banchi pubblici avevano
                sede nello stesso spazio di Rialto, ovvero nei portici attorno alla chiesa di San Giacomo.
                Dunque, chi dava ordine di trasferire ad altro conto doveva essere persona autorizzata
                a farlo. G. Luzzatto, Les banques publiques de Venise (Siècles XVI – XVIII), in J.G. Van
                Dillen ed., History of the Principal Public Banks, Martinus Nijhoff, The Hague, 1934, pp.
                39-78; R. Mueller, The Venetian Money Market. Banks, Panics, and the Public Debt, 1200-
                1500, Johns Hopkins University Press, Baltimore - London, 1997, pp. 44-45.



                Mediterranea – ricerche storiche – Anno XIX – Dicembre 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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