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578 Isabella Cecchini
È dunque la struttura dei dazi a consentire, o no, la convenienza
economica e dunque il continuare a trafficare da e per Venezia, attra-
verso la distinzione tra ‘negozianti’ con piene agevolazioni (cittadini di
nascita, cittadini acquisiti, e mercanti cui sono state fatte conces-
sioni), altri con agevolazioni parziali, e altri senza. Rimedi e proposte
scorrono insistentemente nella documentazione pubblica e nelle
preoccupazioni del corpo di governo, ma senza imprimere un cambio
sostanziale nella politica economica veneziana che rimase ancora per
tutto il Seicento basata su «considerazioni di carattere militare e su
motivi più sentimentali che di ordine strettamente economico» . Nella
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prassi istituzionale veneziana numerosi uffici (magistrature) fornivano
indirizzi di politica economica, ma uno in particolare – i Cinque Savi
alla Mercanzia – assunse il ruolo di organo consultivo in ogni materia
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riguardante il commercio e le manifatture. I Savi erano chiamati ad
offrire pareri e a preparare memorie e proposte su richiesta della Si-
gnoria e del Collegio, raccogliendo le opinioni e i desiderata di mercanti
e proprietari di navi con un approccio ‘dal basso’ spesso prezioso per-
ché capace di rappresentare le vere istanze della piazza. Eppure, come
ha rilevato Maria Fusaro, proprio a partire dal diciassettesimo secolo
i pareri richiesti ai Savi spesso divergono in materia di commercio ma-
rittimo (contrariamente alla prassi di firmare insieme ogni proposi-
zione), venendo meno all’idea di unità che la classe dirigente si sentiva
di offrire all’esterno; una indicazione, quella non concordanza di pa-
reri, sulla sensibilità e sull’auto percezione di sé offerta dal nervo sco-
perto del commercio marittimo in tempi estremamente difficili .
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34 U. Tucci, La marina mercantile veneziana nel Settecento, «Bollettino dell’Istituto di
storia della società e dello stato veneziano», II (1960), pp. 155-200, p. 156.
35 Istituiti nel 1507 e poi resi stabili nel 1517, la competenza dei Cinque Savi si era ben
presto estesa a ogni aspetto del commercio, della navigazione commerciale e delle manifat-
ture, offrendo proposte sulla vita economica della città e dello stato con ruolo consultivo e in
seguito anche giudiziario. Trattando di aspetti cruciali per la vita economica della repubblica
veneta è probabile che si scegliessero persone in qualche modo esperte di materie commer-
ciali, e già avviate nella carriera politica. Non sempre tuttavia si presentavano candidati
adatti, e dal 1554 si chiedeva ai membri uscenti di portare comunque a termine consulta-
zioni e proposte anche dopo il termine dell’incarico. Dal 1682 i Savi furono coadiuvati da tre
Savi aggiunti scelti tra i patrizi già eletti negli ultimi cinque anni, a rimarcare come in questo
delicato ruolo consultivo venissero chiamate persone con esperienza pregressa; dal novem-
bre 1703, e poi definitivamente dal 1708, ai Savi furono inoltre aggiunti due Deputati al
Commercio. L‘imposizione della durata biennale della carica venne imposta per decreto sol-
tanto nel 1701, poiché spesso i Savi uscivano di carica prima del termine, M. Borgherini
Scarabellin, Il Magistrato dei Cinque Savi alla Mercanzia dalla istituzione alla caduta della
Repubblica. Studio storico su documenti d’archivio, R. Deputazione veneto-tridentina di storia
patria, Venezia, 1925, pp. 19-20.
36 M. Fusaro, Political Economies of Empire in the Early Modern Mediterranean. The
Decline of Venice and the Rise of England, 1450-1700, Cambridge, Cambridge University
Press, pp. 180-181.
Mediterranea – ricerche storiche – Anno XIX – Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)