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Facilitare gli affari. La piazza di Rialto e il ruolo del governo attorno al 1669 581
essere concesso con eccezioni più o meno ristrette a seconda del ciclo
economico e dell’opportunità, l’istituto aveva assunto una sua forma
definitiva nel corso del sedicesimo secolo, a seguito di due regolazioni
nel 1534 e nel 1552 per scoraggiare le frodi frequenti; a partire dalla
metà del Cinquecento i cittadini de intus et extra si identificavano
così nei mercanti internazionali residenti a Venezia . Come in tutte
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le città portuali, anche a Venezia la presenza di stranieri era diffusa
da sempre. La situazione era tuttavia cambiata nel corso del sedice-
simo secolo: a fronte di una crescente apprensione verso l’ingerenza
e la sempre maggiore partecipazione di forestieri nei flussi commer-
ciali e finanziari, ora si cercavano specifici gruppi di mercanti stra-
nieri, in particolare quelli che assicuravano collegamenti nello spazio
tradizionale di manovra veneziano (il Mediterraneo orientale), come i
sudditi ottomani, i persiani, i bosniaci, gli armeni, e gli ebrei ‘levan-
tini’ e ‘ponentini’ . Ma in mancanza dei requisiti di cittadinanza, era
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necessaria una politica costruita su privilegi e concessioni, accordate
e rinnovate di continuo.
La disarticolazione di istituzioni mercantili corporative e delle
nationes di stranieri nelle piazze estere è parte di una tendenza av-
vertibile ovunque dal tardo medioevo in poi. I privilegi in precedenza
goduti da gruppi specifici venivano progressivamente estesi a tutti
nelle piazze di commercio permanenti, dove istituzioni legali, com-
merciali e finanziarie potevano permettere a chiunque l’esecuzione
e il rispetto dei contratti indipendentemente dal luogo di origine .
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Anzi, fu più difficile fermare il declino economico e commerciale
dove le possibilità di commercio erano ancora assimilate a ‘beni di
43 G. Fedalto, Le minoranze straniere a Venezia tra politica e legislazione, in H.G.
Beck, M. Manoussacas, A. Pertusi (a cura di), Venezia centro di mediazione tra Oriente
e Occidente (secoli XIV-XVI). Aspetti e problemi, vol. I, L.S. Olschki, Firenze, 1977, pp.
143-162; L. Molà, R. Mueller, Essere straniero a Venezia nel tardo Medioevo: accoglienza
e rifiuto nei privilegi di cittadinanza e nelle sentenze criminali, in S. Cavaciocchi (a cura
di), Le migrazioni in Europa secc. XIII-XVIII, Atti della Venticinquesima Settimana di
Studi (3-8 maggio 1993), Le Monnier, Firenze, 1994, pp. 839-851; A. Bellavitis, Identité,
mariage, mobilité sociale. Citoyennes et citoyens à Venise au XVI e siècle, École Française
de Rome, Roma, 2001.
44 M. Fusaro, Political Economies of Empire in the Early Modern Mediterranean cit.,
pp. 195-201 e in generale per un inquadramento. Sui problemi posti dal giudicare gli
stranieri si veda M. Fusaro, Politics of justice/Politics of trade: foreign merchants and the
administration of justice from the record of Venice’s Giudici del Forestier, «MEFRIM», 126,
n. 1 (2014).
45 S. Ogilvie, Whatever is, is right? Economic institutions in pre-industrial Europe,
«Economic History Review», 60, n. 4 (2007), pp. 649-684; R. Grafe, O. Gelderblom, The
Rise and Fall of the Merchant Guilds: Re-thinking the Comparative Study of Commercial
Institutions in Premodern Europe, «The Journal of Interdisciplinary History», 40, n. 4
(2010), pp. 477-511; S. Ogilvie, Institutions and European Trade: Merchant Guilds, 1000-
1800, Cambridge, Cambridge University Press, 2011.
Mediterranea – ricerche storiche – Anno XIX – Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)