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582 Isabella Cecchini
club’ – una particolare categoria di beni o servizi ‘pubblici’ (ovvero
non rivali, fruibili contemporaneamente da più persone senza per-
dere le proprie caratteristiche, sino al punto di congestione), il cui
consumo o fruizione è condiviso soltanto da un numero ristretto di
persone – ad esempio con l’obbligo di appartenere a una corpora-
zione mercantile o appunto con l’assegnare privilegi particolari a
categorie specifiche di mercanti .
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Anche in laguna si erano sviluppate istituzioni in grado di pro-
teggere gli interessi dei commercianti, senza distinzione di prove-
nienza. Nel caso veneziano, tuttavia, una fitta rete di privilegi av-
volgeva non soltanto il commercio marittimo ma anche le manifat-
ture, favorite rispetto a quelle delle città di terraferma – un aspetto
del predominio esercitato dalla città-stato sui territori soggetti (so-
prattutto nel Dominio da terra, area a forte vocazione produttiva),
origine di frizione costante tra il centro e la periferia . Il problema
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dei privilegi nel commercio – e l’altra faccia della medaglia, la con-
centrazione della libertà di commercio in mano a categorie specifi-
che – si affacciava continuamente nelle deliberazioni e nelle propo-
ste per risollevare una situazione economica in crisi. Nel 1610 era
stata presentata al Senato, con l’appoggio dei Cinque Savi, una ri-
chiesta per molti aspetti rivoluzionaria: redatta da Paolo Santonini,
un cittadino per nascita che aveva servito come notaio in diverse
magistrature per trent’anni, ma che agiva con ogni probabilità su
iniziativa delle comunità di mercanti nordici residenti a Venezia,
suggeriva di concedere ai forestieri la libera navigazione per Le-
vante. Al Senato si chiedeva di accordare che «cadaun forestiero di
qualunque natione, et patria, così suddito nostro, come estero, che
al presente habita, et venirà per lo avvenire ad habitar in questa
città, possa navegar, et negotiar i suoi cavedali, et mercantie in Le-
vante», dandosi in nota in un apposito registro da istituire presso i
Cinque Savi, e rispettando l’obbligo di «far capitar in questa Città
ogni effetto mercantile che trafficheranno, sia di loro specialità, o di
altri, sia levato di Ponente, o di Levante, o di qual si voglia parte,
sia caricato sopra Vasselli sudditi o forestieri [...] acciò di tutto il
loro neg[oti]o la S[ignori]a N[ostr]a riceva il benef[ici]o delli Dacij
46 E. Lindberg, Club Goods and Inefficient Institutions: Why Danzig and Lübeck Failed
in the Early Modern Period, «The Economic History Review», N.S., 62, n. 3 (2009), pp.
604-628.
47 M. Fusaro, Political Economies of Empire in the Early Modern Mediterranean cit.,
p. 175; M. Knapton, The Terraferma State, in E. Dursteler (ed.), A Companion to Venetian
History, 1400-1797, Leiden, Brill, 2013, pp. 85-124.
Mediterranea – ricerche storiche – Anno XIX – Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)