Page 58 - 1
P. 58
584 Isabella Cecchini
3. Gatekeeping. I Capi di piazza come cerniera tra la comunità
dei mercanti internazionali e il governo
In sé, l’applicazione di consuetudini probabilmente stratificate e
consolidate da tempo, sostenute da motivazioni di ordine economico
(la necessità di acquistare e vendere al miglior vantaggio, rimanendo
Venezia un centro di scambio di merci diverse dirette sia ai canali di
esportazione sia, sempre di più, al sostentamento della città e dello
stato), non pone problemi di interpretazione: il riferimento a uno «stile
della piazza» – soprattutto su accordi che coinvolgono aspetti finanziari
(sconti sui pagamenti o riscossione delle lettere di cambio, ad esempio)
– è davvero frequente nei documenti, e talvolta si trova addirittura il
modo di menzionare una consuetudine «immemorabile» . Inoltre, i
52
mercanti all’ingrosso sono un gruppo compatto, che si conosce, forma
alleanze e amicizie, e che non supera con ogni probabilità un centinaio
di persone. Non risulta dunque difficile per i nuovi arrivati (che quasi
sempre giungono a Venezia o come giovani impiegati di una ditta fa-
miliare o al seguito di connazionali già attivi sulla piazza) conformarsi
a uno stile, a un modo di comportarsi e di agire che tutti seguono.
D’altra parte, la reputazione di una ditta è costruita proprio dalla fre-
quentazione ripetuta in uno spazio ristretto: il fallimento di un ‘nego-
tiante’ può giungere improvviso se su di lui «non vi era in alcuna per-
sona minimo dubio, mentre correva in Piazza con ottimo concetto
[senza] sentore imaginabile da alcuno, che havesse potuto dar ne’ anco
ombra di detta caduta» , mentre un mercante olandese nel proprio
53
testamento chiede di chiudere ogni suo affare per non perdere la re-
putazione del proprio nome, il suo «buon concetto», affinché non
«possa esser mai offuscato dall’inavertenza, o imperitia di chi volesse
farlo correr» . Si tratta di comportamenti che tipicamente sono rego-
54
lati dalle consuetudini e che difficilmente invece vengono espressi in
legge: in una controversia tra piccoli commercianti si ribadisce quale
sia «l’uso della Piazza in proposito de dite [società], nelle quali non è
solito farsi chiarezza mai alcuna ma deve bastarli l’obligo suo sudetto
52 Come ad esempio attestano diversi mercanti, implicati a vario titolo nel mercato
assicurativo, nel caso di naufragio: «per immemorabil consuetudine che inalterabil-
mente si prattica, et osserva sempre in questa piazza, quando occorre naufragio di qual-
che vassello, le robbe che si recuperano sono del proprio loro padrone, senza che altri
che havesse interesse nel carico ne habbino participatione, come pure, quelli a quali
mancano robbe patiscono il proprio danno, et così sempre s’hebe, et costuma in questa
città inviolabilmente». Asve, Na, b. 10792, c. 113v, 13 giugno 1635.
53 Asve, Na, b. 11109, cc. 373v-374v, 19 febbraio 1681 more veneto (= 1682).
54 Asve, Notarile Testamenti, b. 936, cc. 280-283, 10 marzo 1683, testamento di Gio-
vanni Druijvesteijn quondam Arnoldo.
Mediterranea – ricerche storiche – Anno XIX – Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)