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Rotta a Ponente: la navigazione veneziana in Atlantico e il commercio di generi... 609
na. Genova era uno snodo decisivo del commercio tra Atlantico e Me-
diterraneo, e tale scelta dei genovesi dovette avere ripercussioni con-
crete, se da Cadice e da Lisbona si assicurava che proprio i sudditi
veneziani e quelli della Repubblica di Ragusa erano gli unici operatori
del Mare Nostrum a trattare le merci coloniali in arrivo da oltre
Oceano . Il comportamento del naviglio veneto che faceva capo a Ge-
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nova era ben definito: i legni provenivano dalla Laguna (a volte con
scali intermedi nell’Adriatico, in Maghreb o a Malta) oppure rientra-
vano da Cadice e da Lisbona in attesa di nuovi ordini (ma anche per
fare tappa prima di raggiungere Venezia); mentre in uscita le loro de-
stinazioni nella maggior parte dei casi erano proprio la Spagna e il
Portogallo .
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Dai bollettini a stampa con l’elenco delle navi in ingresso a Ge-
nova , si vede bene che i capitani partiti da Venezia portavano prin-
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cipalmente cereali, fave, fagioli, oppure prodotti di vetreria (specchi,
cristalli, lastre, conterie) e libri; se avevano toccato Goro, avevano ca-
ricato anche mais; e sotto a Goro, un’altra tappa intermedia era An-
cona (altro porto dove si potevano prendere grano e mais) . Più a sud
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– come detto – soste a Licata, Malta, Tunisi, Biserta; mentre rare erano
le diversioni verso la Morea o Salonicco. Differentemente, quando l’en-
trata risultava da ovest, le provenienze erano quasi sempre Cadice e
Lisbona e tra le merci nelle stive comparivano zucchero, cacao, ta-
bacco, caffè, cuoio, coloranti (indaco e cocciniglia) e talvolta anche
pepe e cannella dall’Asia . Costeggiando la Spagna mediterranea, po-
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teva accadere che i legni veneziani si fermassero (specie a Málaga e
alle Baleari) e caricassero anche vino, alici, sale; oppure, più avanti, si
facevano altre soste a Marsiglia, Tolone, Îles d’Hyères.
82 Esaminando i bollettini a stampa allegati alle lettere del console veneziano a Ge-
nova, si può appurare che le merci americane acquistate a Lisbona e a Cadice venivano
condotte in città anche da svedesi e danesi. Carichi di generi coloniali erano trasportati
inoltre da navi olandesi, in arrivo principalmente da Texel. Assenti gli inglesi, probabil-
mente proprio per via delle vicende belliche.
83 Nella sua lettera del 23 maggio 1778, il console veneziano a Genova Gaetano Gerva-
sone scrisse che i «sudditi legni si sono staccati da questo porto e la maggior parte si sono
diretti per le scale del Ponente» (Asv, Vsm, Lettere dei consoli, 686). Non è un caso che nella
corrispondenza da Genova siano prevalenti le notizie relative alle piazze di Cadice e Lisbona
(specie sulle tempistiche delle partenze di navi cariche di generi coloniali dalle coste ameri-
cane e sui quantitativi di tali merci in ingresso nei due porti iberici).
84 Abbiamo consultato a campione i bollettini conservati in Asv, Vsm, Lettere dei
consoli, 686 e 687 (soffermandoci sulla documentazione compresa tra il 1778 e il 1781).
85 Sull’altra sponda dell’Adriatico qualche scalo è testimoniato a Rovigno e a Zara.
86 Lo zucchero, il cacao, il cuoio e il tabacco erano nell’ordine le merci più importanti
che arrivavano da Lisbona; da Cadice si arrivava soprattutto con cacao e caffè (e anche
i coloranti erano caricati nel porto gaditano). Tuttavia il 16 gennaio 1781 venivano se-
gnalati carichi di caffè di contrabbando nelle stive di mercantili veneti provenienti da
Lisbona (Asv, Vsm, Lettere dei consoli, 695).
Mediterranea – ricerche storiche – Anno XIX – Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)