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606 Paolo Calcagno
regolarmente su queste rotte: la Santa Teresa di Luca Giadrosich è
nominata in tre lettere consolari (9 luglio 1776, 6 giugno 1780, 28
agosto 1781); Giuseppe Collovich compare in due lettere distinte a di-
stanza di circa un mese (23 luglio e 21 agosto 1781); nel 1780 il Nuovo
Leone Coronato di Matteo Chiorco entrò a Lisbona due volte (a marzo
e ad agosto); e il capitano Giacomo Tiozzo fece lo stesso con la nave
Diligenza nel 1781 (è nominato in una lettera del 6 febbraio e in una
lettera del 28 agosto). Inoltre, come a Cadice, i legni veneziani erano
considerati affidabili dagli operatori sulla piazza, tanto da essere usati
per collegamenti con altri porti nordici: in una lettera consolare del 22
febbraio 1780 si menziona la nave Immacolata Concezione e Sant’Eu-
femia, pronta a caricare agrumi portoghesi per Londra; mentre il 18
aprile 1780 fu la volta della nave di capitan Zitello, entrata a Lisbona
con carico di baccalà per i mercanti locali - e pronta a caricare zuc-
chero per Venezia; nonché quella del capitano Chiorco di cui abbiamo
appena detto (Nuovo Leone Coronato), noleggiata per andare a caricare
grano oppure orzo a La Rochelle in funzione dell’approvvigionamento
di Lisbona .
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Di contro, la navigazione veneziana presentava dei problemi intrin-
seci di non facile soluzione, e doveva scontare al contempo alcune av-
versità collegate alla guerra in corso. A quanto scrisse Perelli il 31 lu-
glio 1781, molti marinai veneti partiti dalla Laguna e diretti nell’At-
lantico sbarcavano a Genova (ed erano sostituiti da marinai liguri),
con il rischio che col tempo «non impareranno a navigare se non da
Genova a Venezia e da Venezia a Genova». Secondo lui, occorreva ri-
pristinare il pagamento «alla parte, come erano le antiche costumanze»
- probabilmente si era affermata nel frattempo la remunerazione a for-
fait: solo così si sarebbe avuta «una buona e forte marinarezza» . Lo
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stesso Perelli, il 7 agosto 1781, si soffermò sui «viaggi del Nort», i quali
risultavano «tanto difficili e disastrosi specialmente per gente che ad
essi non è accostumata». Come abbiamo visto, talvolta i mercantili in
71 Asv, Vsm, Lettere dei consoli, 695. Dalla corrispondenza del console francese a
Lisbona, risulta che Chiorco ritornò in Portogallo verso metà giugno (lettera del 17 giu-
gno 1780, in ANP, AE/B/I/688). Di navi veneziane dirette a La Rochelle per caricare
grano per conto della piazza di Lisbona si parla anche in alcune lettere del gennaio
1781: una di queste navi – come si legge il 31 gennaio – aveva come «parcenevole» per
1/3 del valore un mercante olandese di nome Arnaldo Enrico Dorman.
72 Il console concludeva il ragionamento con una battuta, sostenendo che in poco
tempo i veneziani sarebbero rimasti senza buoni piloti e senza buoni marinai, «quan-
tunque quando sono al caffè o in piazza di San Marco non la vogliono cedere di un
puntino a Cristoforo Colombo». Usando una similitudine, inoltre, definì la navigazione
veneziana a Lisbona, afflitta dal problema dell’assenza di mercanti e da quello dell’in-
sufficienza di equipaggi esperti, come «un corpo senza mani» e un «corpo senza piedi»
(Asv, Vsm, Lettere dei consoli, 695).
Mediterranea – ricerche storiche – Anno XIX – Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)