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106 Davide Balestra
quella che è solitamente considerata la stagione migliore del riformi-
smo settecentesco napoletano.
Quali furono gli uomini che guidarono e sostennero la sua educa-
zione, la «scuola» presso la quale formò il suo pensiero e l’ambiente nel
quale visse e operò prima di diventare uno dei protagonisti del governo
di Ferdinando IV sono, pertanto, alcune delle domande alle quali pro-
veremo a dare risposta nelle prossime pagine.
2. Napoli agli inizi del Settecento
«La venuta del Signor Marchese de Latiano in Napoli poca appren-
sione deve recarci non facendosi da Ministri né d’Avvocati conto di
simili personaggi; standono aviliti nella di loro presenza i primi Ma-
gnati del Regno» . Queste parole, indirizzate da De Marco a Ferdinando
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De Leo nel 1731 in merito a un procedimento giudiziario seguito dallo
stesso De Marco e dal suo dominus in quegli anni, descrivono in ma-
niera eloquente il potere che il ceto togato aveva raggiunto a Napoli nei
primi decenni del Settecento, anni in cui il giovane brindisino si formò
nelle aule universitarie, prima, e in quelle dei tribunali, poi.
Tra la seconda metà del XVII secolo e i primi decenni del successivo,
per chi vi abitava e tanto più per chi, straniero, la visitava, Napoli era
la «città degli avvocati». Guide e racconti di viaggio non tralasciavano
di menzionare il peculiare spettacolo che offriva la capitale ai suoi vi-
sitatori, il rumoroso via vai di avvocati, magistrati, ufficiali di giustizia
che popolavano le vie della città e le aule giudiziarie, la folla di giuristi
che si accalcava nelle grandi sale della Camera della Sommaria, di
Castel Capuano, della Corte della Vicaria . L’ascesa del ceto togato a
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Napoli non fu un fenomeno prettamente settecentesco, bensì avviatosi
già alla metà del Cinquecento e maturato ancor più negli anni succes-
sivi alla cosiddetta rivolta di Masaniello, sebbene tale percorso sarebbe
giunto all’acme proprio nei primi decenni del XVIII secolo .
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Qualche anno prima dell’arrivo di De Marco in città, nel giugno del
1722, si inaugurò il viceregno di Michael Friedrich, cardinale d’Althann,
8 Bad, ms. B.28, c. 147v, lettera del 21 aprile 1731. In tal senso avrebbe rassicurato
l’amico anche nella successiva lettera del 28 aprile 1731, ivi, c. 157v: «Viva dunque V.S.
sicurissimo […] ne faccia specie delle dicerie intese, che il Marchese di Latiano fusse a
tal fine venuto in Napoli, non facendosi troppo conto di simili personaggi dalli signori
Ministri».
9 Cfr. S. Torre, Ritratti insoliti dell’avvocatura napoletana del XVIII secolo. Letteratura
giuridica, memorie di viaggio e opinione pubblica, «Nuovo Meridionalismo Studi», 1
(2015), pp. 49-72.
10 R. Ajello, Potere ministeriale e società al tempo di Giannone. Il modello napoletano
nella storia del pubblico funzionario, in id. (a cura di), Pietro Giannone e il suo tempo, 2
voll, Jovene, Napoli, 1980, II, pp. 451-536.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)