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                quella che è solitamente considerata la stagione migliore del riformi-
                smo settecentesco napoletano.
                   Quali furono gli uomini che guidarono e sostennero la sua educa-
                zione, la «scuola» presso la quale formò il suo pensiero e l’ambiente nel
                quale visse e operò prima di diventare uno dei protagonisti del governo
                di Ferdinando IV sono, pertanto, alcune delle domande alle quali pro-
                veremo a dare risposta nelle prossime pagine.


                2. Napoli agli inizi del Settecento

                   «La venuta del Signor Marchese de Latiano in Napoli poca appren-
                sione  deve  recarci  non  facendosi  da  Ministri  né  d’Avvocati  conto  di
                simili personaggi; standono aviliti nella di loro presenza i primi Ma-
                gnati del Regno» . Queste parole, indirizzate da De Marco a Ferdinando
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                De Leo nel 1731 in merito a un procedimento giudiziario seguito dallo
                stesso De Marco e dal suo dominus in quegli anni, descrivono in ma-
                niera eloquente il potere che il ceto togato aveva raggiunto a Napoli nei
                primi decenni del Settecento, anni in cui il giovane brindisino si formò
                nelle aule universitarie, prima, e in quelle dei tribunali, poi.
                   Tra la seconda metà del XVII secolo e i primi decenni del successivo,
                per chi vi abitava e tanto più per chi, straniero, la visitava, Napoli era
                la «città degli avvocati». Guide e racconti di viaggio non tralasciavano
                di menzionare il peculiare spettacolo che offriva la capitale ai suoi vi-
                sitatori, il rumoroso via vai di avvocati, magistrati, ufficiali di giustizia
                che popolavano le vie della città e le aule giudiziarie, la folla di giuristi
                che si accalcava nelle grandi sale della Camera della Sommaria, di
                Castel Capuano, della Corte della Vicaria . L’ascesa del ceto togato a
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                Napoli non fu un fenomeno prettamente settecentesco, bensì avviatosi
                già alla metà del Cinquecento e maturato ancor più negli anni succes-
                sivi alla cosiddetta rivolta di Masaniello, sebbene tale percorso sarebbe
                giunto all’acme proprio nei primi decenni del XVIII secolo .
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                   Qualche anno prima dell’arrivo di De Marco in città, nel giugno del
                1722, si inaugurò il viceregno di Michael Friedrich, cardinale d’Althann,


                   8  Bad, ms. B.28, c. 147v, lettera del 21 aprile 1731. In tal senso avrebbe rassicurato
                l’amico anche nella successiva lettera del 28 aprile 1731, ivi, c. 157v: «Viva dunque V.S.
                sicurissimo […] ne faccia specie delle dicerie intese, che il Marchese di Latiano fusse a
                tal fine venuto in Napoli, non facendosi troppo conto di simili personaggi dalli signori
                Ministri».
                   9  Cfr. S. Torre, Ritratti insoliti dell’avvocatura napoletana del XVIII secolo. Letteratura
                giuridica,  memorie  di  viaggio  e  opinione  pubblica,  «Nuovo  Meridionalismo  Studi»,  1
                (2015), pp. 49-72.
                   10  R. Ajello, Potere ministeriale e società al tempo di Giannone. Il modello napoletano
                nella storia del pubblico funzionario, in id. (a cura di), Pietro Giannone e il suo tempo, 2
                voll, Jovene, Napoli, 1980, II, pp. 451-536.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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