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108 Davide Balestra
orientamenti giurisdizionalistici e anticurialistici , di cui espressione
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esemplare fu proprio l’Istoria civile di Giannone. È a questo clima cul-
turale che va ricondotto anche il diffuso antigesuitismo, vieppiù raf-
forzato dopo che la Compagnia, alla fine del Seicento, riuscì ad alie-
narsi gran parte del gruppo intellettuale per la sua politica anticarte-
siana e per i processi inquisitoriali condotti contro esponenti di spicco
della cultura partenopea .
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Il divieto di stampa dell’Istoria di Giannone, ottenuto da Althann
nel 1725, momentanea vittoria per il cardinale-viceré, segnò tuttavia
un punto di svolta nella sua politica, che da quel momento virò su
tendenze decisamente personalistiche e filo-romane, ben presto invise
anche alla stessa corte viennese . Ciò che si configurò come uno scon-
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tro sulla definizione di reciproci poteri e competenze tra organi di go-
verno condusse, nel giro di un biennio, all’esautoramento di Althann .
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La bolla Ex quo divina del 1725 di Benedetto XIII, che rafforzava il
privilegio ecclesiastico dell’asilo e della relativa immunità e, nel giugno
dell’anno successivo, il sinodo bandito dall’arcivescovo Pignatelli, fu-
rono gli altri episodi chiave che sancirono il tramonto del suo go-
verno . Il secondo evento, in particolare, rese manifeste le tensioni,
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da tempo latenti, tra magistrature, viceré, arcivescovo e nobiltà di seg-
gio e fu il risultato di una politica, già percorsa dagli spagnoli, finaliz-
zata alla realizzazione del primato dei togati, perno sul quale Vienna
era intenzionata a fondare la sua azione di contrasto a chiesa e nobiltà.
Spartiacque nella storia ecclesiastica di Napoli, il sinodo fu anche il
momento in cui giunse a compimento ciò che Vienna pianificava da
tempo: il mutamento dell’assetto costituzionale del Regno, con il trasfe-
rimento dell’azione di governo dal viceré ai reggenti del Collaterale, già
investiti dall’imperatore di maggiori competenze nell’estate del 1726 e a
cui furono ufficialmente attribuiti incarichi di giustizia e di governo nel
maggio del 1728, pochi mesi prima dell’uscita di scena di Althann .
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14 Cfr. A. Lauro, Il giurisdizionalismo pregiannoniano nel Regno di Napoli. Problema e
bibliografia (1563-1723), Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 1974.
15 L. Osbat, Il processo agli ateisti, 1688-1697, Edizioni di storia e letteratura, Roma,
1974; R. De Maio, Società e vita religiosa a Napoli nell'età moderna, Edizioni scientifiche
italiane, Napoli, 1971, pp. 75-95.
16 G. Galasso, Storia del Regno di Napoli cit., pp. 962 sgg.
17 R. Ajello, Arcana Juris. Diritto e politica nel Settecento italiano, Jovene, Napoli,
1976, pp. 180 sgg. Sulla dialettica tra viceré e Collaterale a Napoli in età moderna, R.
Colussi, Diritto, Istituzioni, amministrazione della giustizia nel Mezzogiorno vicereale. I.
La struttura regalistica, in Storia del Mezzogiorno, Edizioni del Sole, Napoli, 1991, vol.
XI, pp. 17-98, in particolare pp. 24-33.
18 R. De Maio, Società e vita religiosa cit.
19 A. Casella, Il Consiglio Collaterale ed il viceré d'Althann: dall'esilio di Giannone alla
rivincita del ministero togato, in R. Ajello (a cura di), Pietro Giannone e il suo tempo cit.,
II, pp. 567-633: 628.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)